Presumere significativi me
- Autore: Daud Al Ahmar
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2013
Le parole sono al nostro servizio, sempre, qualsiasi sia l’utilizzo che se ne voglia fare. Le parole hanno il potere di portarci lontano, di farci sentire vicini e quando le parole che conosciamo non sono abbastanza, e non sono mai abbastanza, possiamo crearne di nuove che soddisfino la nostra fame, che ci facciano andare là dove vogliamo e con chi.
“La caligine della sera/ porta odori familiari/ e sono odori di disperanza”
Nelle sue composizioni, Daud Al Ahmar lavora con le parole come farebbe un falegname con il suo informe pezzo di legno: le tocca, ne segue le curve e le nervature, ne assapora le potenzialità, le segue con riverenza e profonda passione e, quando non bastano, ne forgia di nuove, vulcaniche, e le mette in versi.
“Quello sì e quelli sì, a guardarli bene son spenti, edulcorati, rimossi,/ fortuna vuole che certe immagini non c’è dato di fissarle al chiodo,/ la memoria sgusciando via lubrica come oggetto oliato,/ ci illude di dominare ancora l’oggetto amato.”
“Presumere significativi me” (Sigismundus Editrice, 2013) è una raccolta di poesie che urla sussurrando la potenza delle parole, che parla non solo di sentimenti, come sempre la poesia fa, ma anche di luoghi interiori, di distanze fisiche, di avvenimenti cui si è preso parte e di occasioni mancate. Scritte fra il 2011 ed il 2012 dopo un periodo di quattro anni vissuti in Palestina, le poesie di Daud Al Ahmar auspicano la ricerca di un posto conosciuto che possa accogliere una parte di noi, forse la più mutevole e capricciosa, ma allo stesso tempo autentica. Una ricerca che non ha mai fine.
“Ricordavo indulgenze/ che mi ero concesso/ sordamente,/ per non sentirmi più,/ per non sentire le ragioni le irragioni gli alibi e i libi.”
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