«Prima di andarsene». Una conversazione con Norman Manea
- Autore: Saul Bellow
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
“ Aveva dei modi naturali e aperti, privi di pretenziosità o di affettazione. Sembrava un contadino, o un vecchio aristocratico, o un artista in vacanza.“
Così descrive Norman Manea, scrittore ebreo di origine rumena, Saul Bellow in uno dei loro incontri. Uno dei più importanti scrittori del Novecento e Premio Nobel per la Letteratura nel 1976, Saul Bellow concede questa lunga intervista nel dicembre del 1999, all’età di ottantaquattro anni ed è appena diventato papà di una bambina avuta dalla sua ultima compagna. Nella sua lunga vita sono state cinque le mogli che ha avuto accanto. Uomo seducente e da tutti definito donnaiolo, con le donne, scrive Manea, ridiventava l’eterno cavaliere e padroneggiava alla perfezione quell’idioma speciale fatto di cortesia diretta, affabile, di grande fascino.
Saul nacque nel 1915, in un sobborgo di Montréal, in una famiglia di ebrei russi, costretta a lasciare San Pietroburgo per il Canada perché il padre, commerciante, fu sorpreso a vendere senza documenti. Nella conversazione con Norman Manea parla a lungo dei suoi genitori e di quanto abbiano sofferto, arrivati in America. Dalla vita agiata nel loro Paese d’origine, dovettero adattarsi a sopravvivere fra le difficoltà di inserimento per la lingua e di vita. Nel 1924 si trasferirono a Chicago, in quel tempo la città si stava espandendo e vi erano più opportunità di trovare lavoro. Il padre inizialmente lo trovò come fornaio, un mestiere di cui non aveva alcuna esperienza. Lavorava di notte e dormiva di giorno e in casa, ricorda lo scrittore, dovevano stare in silenzio a lungo. Queste sue esperienze le riporterà nel suo libro più famoso e dai più considerato il suo capolavoro, Herzog. La città con le sue industrie, con i suoi personaggi perdenti, con i suoi numerosi slum, è resa familiare tanto quanto la Dublino di James Joyce.
In casa Bellow si parlava più di una lingua, come era comune allora in una famiglia ebrea europea benestante: russo, yiddish, francese e inglese. L’America divenne il paradiso: erano al sicuro mentre in Europa Hitler rappresentava la minaccia.
Qui potevi realizzare tutte le ambizioni secolari degli ebrei, ricchezza, felicità, sicurezza.
Durante gli anni del liceo il giovane Saul ebbe numerosi interessi letterari e politici. La sua formazione socialista gli provocò problemi in casa perché il padre non voleva che leggesse Lenin o altri rivoluzionari politici. Saranno anni duri per il nostro giovane Saul: la mamma morirà di tumore, lavorerà per andare all’Università e deciderà di essere uno scrittore.
Manea è uno studioso di letteratura ebraica e ha una cattedra al Bard College di New York. Durante l’infanzia venne internato con la famiglia dal regime fascista in un campo di concentramento. Lasciò la Romania, dopo essersi laureato, per sfuggire alla dittatura di Ceausescu. Saul Bellow, è un ebreo americano, non ha vissuto sulla sua pelle le violenze inflitte agli ebrei europei come è stato per Manea, ma come tanti ha impegnato la sua vita nella ricerca delle proprie radici. La differenza tra fascismo e comunismo è che in entrambi i sistemi esiste una mentalità cospiratoria. Nell’olocausto era nichilismo puro, quello che era stato valido prima non lo era più. Nei gulag c’era almeno la pretesa di avere a che fare con i nemici della società, li si rendeva innocui….
Il dialogo continua con la rivelazione del suo amore infinito per Shakespeare, la sua conoscenza è così profonda che lo può recitare in versi, così come avvenne ad una festa in suo onore a New York: gli andò incontro Philiph Roth salutandolo con alcuni versi classici in inglese medioevale e Bellow gli rispose con i versi dei Racconti di Canterbury. Fernanda Pivano ha scritto di lui che ha raccontato l’anima dell’uomo moderno.
In questo piccolo libro, «Prima di andarsene». Una conversazione con Norman Manea, il lettore può riscoprire uno scrittore, forse dimenticato, dallo stile unico, la sua formazione umanistica con le passioni letterarie per Shakespeare e Rilke, un uomo fragile con i suoi dubbi e angosce, il cui universo di aspirazioni e ideali costituiscono un vero e proprio romanzo contemporaneo.
“Quando ho deciso che strada prendere nella vita, sapevo che la società sarebbe stata contro di me. Sapevo anche che ne sarei uscito vincitore …. E che sarebbe stata una piccola vittoria.“
Saul Bellow. «Prima di andarsene». Una conversazione con Norman Manea
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