Primi giorni d’autunno di Robert B. Parker

Usare le persone per ferirsi: attorno a questa dinamica ruota il romanzo Primi giorni d’autunno di Robert B. Parker.

In questo romanzo ritroviamo il nostro Spenser alle prese con la paternità. No, non ha avuto figli da Susan. E non è nemmeno spuntato un figlio da un passato lontano. Semplicemente si tratta di un incarico.

A dire il vero il compito iniziale affidato a Spenser era impedire che questo Paul, il ragazzo in questione, venisse rapito dal padre e separato dalla madre che aveva, chiaramente, ottenuto la custodia del figlio.

Un padre che ha molte frecce al proprio arco, frecce però spuntate, che Spenser neutralizzerà senza problemi. Il fatto è che quest’uomo, però, potrebbe tentare all’infinito e allora l’unica soluzione è che Spenser prenda il ragazzo a vivere con sé. Proteggendolo mentre Paul se ne sta chiuso in casa a guardare la televisione?
Tutt’altro: gli insegnerà a vivere, ad affrontare le difficoltà. Insomma, a diventare uomo.

Robert B. Parker ci narra una storia che verrà collocata all’interno del mitico filone dei gialli, ma non parlerà solo di omicidi, intrighi e violenze. Questa volta il nostro dovrà fare da padre a un ragazzo sballottato da una parte all’altra, spinto dall’egoismo di due persone che avrebbero dovuto amarlo.

Primi giorni d’autunno è una storia ideale per chi ama il giallo, certo. Eppure sono convinto che anche i delatori di questo magnifico filone troveranno pane per i loro denti. E magari concederanno una possibilità a Spenser.
E poi, non è vero che le miglior amicizie, spesso, nascono per caso?