Prog. Una suite lunga mezzo secolo
- Autore: Donato Zoppo
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Arcana
- Anno di pubblicazione: 2011
Sono venuto su a pane & dischi di cantautori italiani. Conosco poco l’inglese e resto convinto che la canzone sia un insieme inscindibile di musica e parole: usufruire solo del suo assetto sonoro risulta un’esperienza monca, una fruizione soltanto a metà.
Questo per mettere un po’ le mani avanti e confessare che scrivere di “Prog. Una suite lunga mezzo secolo” (Arcana, 2011) - il volumone che Donato Zoppo ha dedicato (finalmente!) alla storia e all’evoluzione del genere progressive - significa per il sottoscritto giocare fuori dalle mura amiche, come poeticizzerebbero i telecronisti sportivi più ispirati. Mi sono avvicinato dunque a questo saggio col timore & tremore che è d’uopo nell’imminenza delle imprese insolite e più impegnative: 350 pagine di grande formato per un progetto con tutti i crismi della sistematizzazione definitiva del filone. Mi sono addentrato nel macrocosmo prog con la sospensione dell’incredulità che si deve alle opere letterarie di pura fantasia, quasi stessi leggendo un romanzo, detta in soldoni.
Il saggio è rigoroso (abbraccia quarant’anni pieni di vicende e dischi legati al prog-rock internazionale) ma non credo di aver sbagliato approccio. Nel senso che Zoppo scrive da scrittore (in caso contrario, probabilmente, sai che barba!), riuscendo a mantenere ben salde le fila di un excursus che contempla mezzo secolo. Una storia di concerti e discografia inaugurata dal rivoluzionario “In the court of the Crimson King” nel 1969 (la copertina è quella celebre dell’uomo che urla) e approdato ai giorni nostri attraverso vicende e leggende alterne (il libro annovera i Beatles di “Sgt. Pepper”, i Genesis, Jethro Tull, gli Yes, Emerson Lake Palmer, tantissimi altri), spese all’insegna del superamento dei generi e della forma-canzone. Per certi versi è una storia infinita quella prog, che dopo il big bang degli anni Settanta inglesi, coinvolge anche la scena europea (un capitolo del saggio storico-analitico di Zoppo è dedicato a quella italiana), gettando la sua ombra lunga fino al new progressive del nuovo millennio.
Come si può ben vedere, le premesse per una narrazione "avventurosa" ci sono tutte, gli stimoli culturali pure, la competenza di Zoppo in merito allo specifico, non la si scopre certo oggi (è un indefesso divulgatore di musica rock attraverso articoli, radio, libri), per cui l’impressione definitiva è quella di aver appena licenziato (speriamo dignitosamente bene) la “bibbia” che mancava al genere musicale “colto” e ribelle per eccellenza.
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