Punteville di Gianluca Caporaso e Rita Petruccioli

I racconti di Punteville. Ovvero le mirabolanti cronache degli uomini che viaggiarono nelle città della punteggiatura, editi da Lavieri, prendono vita dall’esigenza di Gianluca Caporaso di raccontare, di unire le cose e le persone: le prime a formare una storia, le seconde, a leggerla o ad ascoltarla. I racconti di Punterville nascono in una torrida estate, quando Caporaso, che è uomo di montagna, accompagnata la famiglia in villeggiatura al mare, resta a casa e scrive “Puntini Puntini”, che legge ai suoi figli e ai loro piccoli amici dal ritorno dal mare. Il giorno dopo, i bambini ritornano dalla spiaggia e, a gran voce, chiedono un altro racconto.

Si sviluppa così Punteville, un piccolo universo fatto di tante piccole città, simili per struttura ma diverse le une dalle altre perché ognuna ha come emblema un segno della punteggiatura. Così conosciamo la città di Puntini Puntini, quella di Virgola, di Punto, di Punto Esclamativo, di Punto Interrogativo, Due Punti. Ogni città ha i propri abitanti, i propri usi e i propri mestieri, ma le città sono città aperte e le persone si spostano tra le une e le altre, portando con sé qualcosa delle loro città, modificando un poco quelle che li accolgono. Come un insieme di frasi, grazie alla punteggiatura, dà vita ad un racconto, così i vecchi abitanti e i nuovi, danno vita a nuove comunità, che si arricchiscono grazie al piccolo bagaglio culturale che ognuno porta con sé.

Attraverso questo libro, delicatamente illustrato da Rita Petruccioli, Caporaso vuole porre l’accento sull’idea di comunità, di incontro. Per comprendere questo concetto l’autore ritiene sia necessario tener presente due cose estremamente importanti: l’infanzia e la luna. Quando parla di infanzia, Caporaso non intende riferirsi a un dato anagrafico ma a uno stato d’animo, a quel momento in cui si riconosce di avere bisogno di qualcuno, senza pudore, come se fosse qualcosa di naturale e non un segno di debolezza ma di forza, magari qualcuno a cui raccontare una storia o da cui farsela raccontare dando così vita naturalmente, senza remore, a una piccola comunità. Anche la luna che splende lì in alto nel cielo sola non è, ha bisogno di formare una comunità, perché, per continuare a poter splendere nella notte, deve essere illuminata dal sole, la cui luce, senza di lei, andrebbe smarrita nello spazio. Ecco dunque che trovando il tempo dell’infanzia che è in ognuno di noi, dando uno sguardo alla luna che sembra sola ma non lo è, questo libro è un libro il cui messaggio non ha età.