Purché non manchi la stella
- Autore: Luca Villoresi
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Donzelli
- Anno di pubblicazione: 2019
Papa Francesco a Greccio ha ricordato il primo presepio, quello ideato da San Francesco nel 1223 e ha inviato una lettera apostolica, Admirabile signum, nella quale esorta a riscoprire il valore del presepe nelle case e nei luoghi pubblici. Il libro appena pubblicato da Donzelli, Purché non manchi la stella. Il presepio in cento parole del giornalista Luca Villoresi, sembra rispondere proprio all’esortazione papale, nel raccontare, a laici e credenti, a esperti di storia e a “uomini e donne di buona volontà”, l’importanza del presepio nella storia, nella tradizione occidentale, nelle sue diverse e lontane origini antropologiche, corredando il suo breve ma esauriente dizionario di immagini che ne testimoniano la permanenza nelle nostre origini bi millenarie.
Nella densa introduzione che l’autore chiama “Avvertenze per l’uso”, quasi fossimo sul punto di maneggiare una macchina preziosa e delicata, Villoresi inizia la sua narrazione con la scena madre della natività, tratta dal Vangelo, “Et reclinavit eum in praesepio” servendosi poi di testi vetero e neo testamentari, testi apocrifi, soprattutto lo Pseudo Matteo, origini delle altre civiltà precedenti all’era cristiana, Mitra, Iside, Horus e tutti i vari piani di lettura che si sono sedimentati nello scorrere dei secoli, a rendere effettivamente la scena del presepio un vero incipit della identità occidentale.
Si comincia dalla voce Abacuc, un profeta di molti secoli prima di Cristo, forse mal interpretato, che parla di due animali… I celebri bue e asino, che torneranno a vario titolo nelle diverse voci del dizionario e poi, scorrendo i cento nomi, troviamo molte cose che sappiamo, altre che credevamo di sapere, altre invece, molte, che ignoravamo del tutto. Mi sono divertita a seguire Villoresi in diversi luoghi, seguendo diverse tradizioni, il presepio spagnolo, quello genovese, sino al più celebre, il presepio napoletano. In diverse epoche, con tanti personaggi mitologici, storici, artisti, pittori, musicisti, che nel corso dei secoli hanno contribuito alla rappresentazione della natività nei modi più disparati.
Molto interessante in Purché non manchi la stella. Il presepio in cento parole la spiegazione del ruolo che ciascuna statuetta rappresenta simbolicamente: gli animali, pecore, gallo, galline, cammelli, bue e asino, ognuno in un ruolo definito. Ma anche il fiume, il pozzo, il ponte, la paglia, il muschio, il forno, il formaggio, le uova, la neve, il mercato del pesce, ricoprono ruoli che non sono mai casuali. Alla competenza storico-filologica, l’autore alterna tradizioni consolidate, echi di opere note, Natale in casa Cupiello, San Gregorio Armeno e i suoi presepiari che lavorano tutto l’anno, inserendo spesso nel palcoscenico tradizionale elementi della attualità, i quadri celebri delle natività, il Bambinello dell’Ara Coeli, gli zampognari, i tre re magi, ma forse due o quattro, Erode il Grande e la strage degli innocenti, Maria e il manto azzurro, Giuseppe con il mantello marrone, la levatrice, il pastore dormiente, Benino, che forse ha sognato l’avvento del Messia.
Purché non manchi la stella. Il presepio in cento parole è un bel libro colto, informato, facile, pieno di sorprese, un bel regalo per un Natale un po’ meno consumista, un po’ più meditato.
Purché non manchi la stella. Il presepio in cento parole. Ediz. a colori
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