Quaderni Cagliaritani di Davide Siddi

Quaderni Cagliaritani, la prima intensa opera letteraria del giovane pittore Davide Siddi, sfugge alle catalogazioni ordinarie e non si può davvero raccontare – ma, forse, si può tentare di accedere, in punta di piedi, ad alcuni degli infiniti percorsi che costantemente alimentano la sua impercettibile malia. Non si tratta di un diario, né di un insieme di racconti o soltanto di riflessioni, magari di poesie. Non è un saggio di pittura, né solo una splendida guida turistica o un quaderno di viaggio. Il libro, accuratamente introdotto dallo scrittore Giorgio Binnella ed edito da Amicolibro, è infatti tutte queste cose, ma è soprattutto ciò che sfugge a queste cose: un intarsio di emozioni visive che ci accolgono, un’atmosfera che resta, un incanto fatto di pennelli, una malinconia infantile, una gioia genuina, quasi pura. Eppure, questa prosa che eternizza il transeunte è così semplice, così poco astratta, così parca, così nostra! Sì, perché, secondo Davide, l’arte “deve essere quotidiana”, deve “partire dalle cose semplici” giacché “dipingere significa vedere” e in questo libro prezioso le parole vedono insieme agli acquarelli che le accompagnano, le introducono e le amano. Vedere, dicevamo, specialmente i dettagli, quelli nascosti negli angoli, tra i moli ventosi, tra la gente di ogni giorno e quella che, trapassando, ha lasciato sui muri le tracce di Ieri. Seduti tra parole che tracimano in colori e tra colori che affrescano frasi, l’artista ci conduce, con un’educazione che non c’è più, dentro profumi noti e abituali rumori come dentro chiese che silenziano tempo. Seguiamo con lui le tappe della processione di Sant’Efisio, scopriamo che il Palazzo Boyl custodisce alcune opere di Guercino, Lorenzo Lotto, Guido Reni nonché, incredibilmente, un’edizione dell’Encyclopédie e scopriamo che nella città, lo testimonia una targa, è vissuto per sei mesi Honoré de Balzac. E, mentre attraverso la storia di Cagliari il reale si trasfigura, assistiamo al ringiovanimento di Via Roma trovandoci attorniati dai piccioccheddus de crobi, immersi nelle urla dei marinai e dei pescatori, tra “l’odore pungente di pesce, di salsedine, delle vele, delle funi, del petrolio”. Il Bastione di Saint-Remy è una “piazza sospesa nel nulla, aggrappata a qualcosa di invisibile, una piazza aggrappata nel cielo con tanto di alberi” da cui di osserva in tutta la sua epica ampiezza una città che come nessuna sta stare sopra il mare e che si allarga fino a sfumare verso Macchiareddu dove “la strada sembra strappata all’acqua e la terra guadagna appena lo spazio esatto tra due corsie della carreggiata. Acqua a sinistra, acqua a destra, mentre un vento ostinato ruba allo stagno batuffoli di sale per poi scaraventarli sull’asfalto” come se fossero neve. La via dell’arte ci conduce anche a Parigi da cui torniamo arricchiti da due, inestimabili tesori: Pluie Légère au Luxembourg e Sous le pont de la Concorde. Girovagando a caso tra caffè contemplativi e chiacchierate che non sono mai “qualunque”, percepiamo perché l’arte è passione e anche schiavitù – e, stretti in queste strane catene che liberano, serriamo il libro col cuore pieno di poesia, leggera come un celeste tenue che sfuma nel bianco e viva come un acquarello fugace che però non può appassire.

Davide Siddi realizza la sua prima mostra a Cagliari nel 2007 e ha all’attivo più di trenta esposizioni in gallerie e musei di Bergamo, Bologna, Cagliari, Roma, Parigi e Atene. Nel 2012, insieme al pittore Antonello Pintus, fonda a Cagliari l’Accademia d’Arte Santa Caterina dove tiene attualmente corsi di acquarello, prospettiva e disegno. Dal 2014 insegna Disegno prospettico a mano libera e Tecniche e tecnologie del disegno presso l’Istituto Europeo di Desing di Cagliari. Nello stesso 2014 è stato riconosciuto dalla rivista francese l’"Art de l’Aquarelle" tra i 300 migliori acquarellisti internazionali e nel 2015 è stato menzionato tra i primi 100 acquarellisti italiani dalla "International Watercolor Society".