Questa è già la mia vita
- Autore: Marina Premoli
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2018
Gli uomini e le donne dell’eversione armata non venivano dalla Luna. Erano gente con sogni, paure e vissuto propri, accomunati da un ideale politico senza alternative, in nome del quale giocavano col fuoco e con la vita. Propria e altrui. Stando al ritratto umanista reso da Francesco De Gregori in Scacchi e tarocchi:
“Venivano da lontano, avevano occhi e cani, avevano stellette, e paura. Erano tre, erano quattro, erano più di ventiquattro, erano il sale della terra. Erano il fuoco e la guerra, erano il segno della croce, erano cani senza voce, erano denti. Erano denti senza bocca, erano fuoco che scotta, erano la vita che rintocca. Erano tre, erano quattro, avevano sassi, avevano cuori. Avevano parrucche e occhiali, e pistole a tamburi e silenziatori”.
Gli uomini e le donne conosciuti dalla storia come terroristi erano senz’altro questo e molto altro, ma nel complesso erano vicini di casa molto normali, persone comuni. A scorrere i memoriali dei reduci della stagione di piombo, è l’impressione che di solito ne viene.
“Questa è già la mia vita”, il romanzo autobiografico che Marina Premoli affida alle stampe con Quodlibet (2018) ne raffigura un esempio: pagine anti-retoriche di lotta armata sulla scorta di tanto altro. Quello cioè che potresti aspettarti - o anche no - da una ragazza di buona famiglia (figlia di un politico di area liberale), venuta su nel milieu di un’Italia che dopo Piazza Fontana (1969) si mette paura e alza il tiro della lotta sociale. Siccome terroristi non si nasce, Marina Premoli la prende senza apologia e alquanto alla lontana. La prende per flash back, per libere associazioni, per intrecci. Per coniugazioni di trascorsi coi nonni, Genova, Roma (del lungo Sessantotto), amori politicizzati, luci-ombre genitoriali, schizofrenica frequentazione del microcosmo operaio al pari di quello editoriale, scelta (?) della clandestinità, trafila delle carceri. Rebibbia in primis, dove l’autrice comincia a fare quello che le riesce meglio (sicuramente meglio che sparare, Marina Premoli malgrado la pistola-dotazione di tutti i clandestini, non ha mai sparato): scrivere e tradurre per diversi editori.
“Questa è già la mia vita” è redatto in prosa asciutta, oggettiva e dunque efficace. Un romanzo di formazione politico-sentimentale-esistenziale fissato da focus chiamati a fare distanza, a fare lungimiranza, forse anche a fare pace. Con se stessi, e i ricordi.
Questa è già la mia vita
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Libro sicuramente interessante e ben scritto. Asciutto e privo di ogni retorica, ma la percezione e che l’approccio introspettivo si fermi a metà, rimanga incompiuto, non si trasformi in una profonda e rigorosa analisi di sé stessa e delle proprie scelte di vita. L’impressione e che l’autrice non sia mai fino in fondo protagonista della sua esistenza e questo si traduce in una lettura interessante ma non del tutto coinvolgente