Questa notte vedrai Cassiopea
- Autore: Claudio Cantore
- Genere: Fantasy
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
In un remoto passato, erano le donne a detenere tutto il sapere e a trasmetterlo alla discendenza femminile. È una vicenda fantastica, una storia tra l’altro di sapienza e veggenza matriarcale quella che Claudio Cantore racconta nel romanzo “Questa notte vedrai Cassiopea. Avventure medievali tra crociate e Sindone”, edito nel marzo 2015 da Prospettiva Editrice (Civitavecchia, pp. 236, euro 14,50).
L’autore, piemontese valligiano e imprenditore nel settore elettronico, sa di cosmologia e si vede. È a quella competenza che fa capo, quando indica di frequente la posizione degli astri nel firmamento. Sa anche di storia e non gli sono estranei i contrasti nella Chiesa e tra gli Ordini religiosi cavallereschi, templari contro gerosolimitani, come in questo romanzo.
Una delle pagine più belle però è quella in cui Marianna racconta del popolo delle fate al Barbarossa. È l’ultima delle donne merovinge, che hanno il dono della conoscenza e lo passano solo per linea femminile, saltando una generazione, secondo un’antichissima regola.
Come le comete figlie delle stelle non generano altre comete, i giganti, gli gnomi e gli altri abitanti fantastici dei boschi non possono riprodursi. Sono a guardia dei tesori della terra: metalli preziosi e cristalli devono essere trovati poco alla volta, per evitare che un uomo solo ne diventi l’unico proprietario. Tutti devono godere ugualmente di questi doni. Nel regno passato erano le donne che custodivano la sapienza umana. È stata la cristianità a obbligarle a dimenticare questo ruolo. Piegandole in continuazione davanti al crocefisso si è riusciti a spegnere la sessualità e sensualità.
Fate, nani, esseri spirituali, divinità degli alberi e delle piante vennero sostituiti dai simboli cristiani, il regno della Chiesa prese il posto di quello magico. Ma mentre prima il bene e il male, la luce e il buio, il caldo e il freddo, la vita e la morte, facevano parte dello stesso ciclo, l’avvento della Chiesa introdusse la colpa del peccato originale, che macchiava tutti ancor prima di nascere e andava espiata.
Marianna è una bellissima ventenne, che abita in Val di Susa, nel 1168. La sua casa dà ospitalità all’imperatore svevo, in un momento di difficoltà per Federico. Il fulvi crinito sovrano tedesco incontra la bellissima ragazza dai capelli rossi che conosce i segreti delle erbe, delle stelle, del passato e del futuro, ai quali l’ha iniziata la nonna.
Il romanzo si è aperto, intanto con la brutale rappresentazione di un rogo di gruppo. A Reanum, un dominio templare nel Piemonte orientale, l’inquisitore venuto da Roma sta “purificando”. È tempo di guerre di religione contro i catari, una dottrina eretica pericolosa, da estirpare con la morte.
Quindici pali infissi al centro di cumuli di fascine attendono altrettanti corpi, ancora vivi, per quanto storpiati dalle torture. I candidati al supplizio sono cinque monaci templari, sei malcapitati contadini e quattro povere donne, una delle quali guaritrice prodiga di erbe e di balsami. Solo la Chiesa, superstiziosa e misogina, la considera una strega al servizio del demonio.
Il fuoco arde, un palo per volta. Ludovicus sarà l’ultimo a bruciare, dopo aver sentito le urla di tutti gli altri. È il capo dei templari ed è il custode e depositario di una preziosissima reliquia, che aveva salvato in Terrasanta e giurato di proteggere. Ora sta per essere arso sul rogo, per la complicità tra la Chiesa e l’Ordine gerosolimitano e pensa che quei luoghi, a Reanum, la casa templare, la cascina, i campi coltivati, avrebbero comunque saputo custodire il segreto che nemmeno la morte atroce gli avrebbe fatto rivelare.
Mentre il fumo acre si diffonde, la narrazione torna alla vicenda di Marianna e del Barbarossa. La nonna sapeva che la nipote avrebbe generato una stirpe reale. In effetti, i due si uniscono, nascono due gemelli, un bimbo forte e una piccola fragile, diversi ma uniti e legati entrambi al coetaneo Pierre, a sua volta tanto differente da loro, col quale crescono inseparabili.
L’imperatore ha fatto sposare Marianna con un signore del luogo, che dopo anni la convince ad avere altri figli con lui. Questo rende impossibile la presenza di Ludovicus, che viene mandato in monastero, insieme a Pierre. Ma la vita monastica non fa per lui, tanto meno la castità. È come aiutante fabbro che si mostra ai cavalieri di Federico inviati a chiamarlo. L’imperatore sta partendo per la crociata contro Saladino e non ha dimenticato la promessa di portarlo con sé in una sua impresa, confidando sull’ardimento del figlioletto coraggioso.
Così Ludovicus si ritrova monaco cavaliere e bravissimo guerriero in Palestina.
Cosa c’entra con la Sindone? Sarà quella la reliquia preziosa nei pensieri del templare sul rogo? Sarà quello il segreto per il quale il condannato è disposto a dare la vita? Era stato con i compagni d’arme a Costantinopoli, assediata dai crociati. Loro erano dentro e il sacro lino è scomparso nel 1304, proprio durante il sacco di Bisanzio per riapparire nel 1350. In Piemonte.
È nella seconda metà del volume che entra in scena il "segreto” di Ludovicus.
Un’ultima cosa. In fondo, questo è un romanzo storico cavalleresco e come nei film di cavalleria, sul più bello, arrivano i nostri…
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Ovviamente essendo l’autore non posso che ringraziare delle belle parole scritte e dire che è molto piacevole leggere le recensioni così complete che rendono benissimo il messaggio che ho cercato di mettere nel libro.Grazie ancora! Ho modestamente aperto un gruppo in FB chiamato "I Libri di Claudio Cantore" dove ben volentieri rispondo a chiunque voglia aprire una discussione sui temi trattati nei miei libri.