Radiazione
- Autore: Stefano Jorio
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: minimum fax
- Anno di pubblicazione: 2010
Ho avuto qualche difficoltà a finire la lettura di questo lunghissimo romanzo (513 pagine) del quarantenne Stefano Jorio. La trama è coinvolgente, la storia originale, i personaggi realistici, se non talvolta reali. Eppure la perplessità, direi anzi la paura, nasce dalla consapevolezza che la fantasia fervida del libro, le sue metafore barocche, le sue accumulazioni debordanti, la sua talvolta repellente carnalità siano al di sotto della realtà che stiamo vivendo in questi anni difficili della nostra storia.
Il protagonista del romanzo è un edificio bianco, un enorme parallelepipedo alle spalle della collina di Monte Mario, a Roma. E’ il Ministero degli Esteri, all’interno del quale, nei lunghi corridoi, sugli scaloni, negli ascensori, nei saloni di rappresentanza, nelle grotte seminterrate, si giocano i più loschi traffici che vedono mescolarsi politica interna ed estera, affari sporchi, corruzione, violenza, traffico di opere d’arte, furti su commissione (l’Urlo di Munch rubato dal museo di Oslo!), funzionari collusi con le grandi multinazionali del crimine, rapporti occulti con il Vaticano e anche molto di più. Nelle oltre 500 pagine del libro, il narratore, vincitore di un concorso al Ministero che lo vede destinato ad un ufficio dal misterioso nome SOpA, vive in una specie di allucinazione l’estate torrida ed infinita del 2004. Ha preso servizio subito dopo due incontri che ne hanno definitivamente segnato il destino umano e psicologico: quello con un prete tedesco, Carl, coltissimo omosessuale ma intenzionato a rimanere nella Chiesa malgrado la corruzione delle sua movimentata vita sessuale di cui i superiori sembrano non tenere conto, e quello con Wibke, ragazza tedesca anche lei, con cui vive un’intensa storia d’amore conclusasi nel modo più atroce. Compaiono nella lunga, spesso contorta narrazione, moltissimi personaggi, alcuni di fantasia, altri terribilmente somiglianti a uomini della nostra vita pubblica, in una caleidoscopica sarabanda di segreti, tranelli, misteri, nei quali il narratore si sente circondato da un pericolo sempre più incombente, ma che tuttavia non lo esime dall’andare fino in fondo all’abisso nel quale sembra affondare tutta la vita politica, militare, diplomatica, religiosa, artistica, economica, culturale del nostro paese. Lo squallore della vita degli impiegati ministeriali, i loro riti quotidiani ripetitivi, le invidie e le ripicche che ne scandiscono la giornata lavorativa, la follia di cui molti finiscono preda senza che ne derivino conseguenze, esemplati qui da due figure terribili, il diplomatico barbone e soprattutto Giannina, la pazza dal trucco pesante e dalle ciabattine rosa. La donna, nell’indifferenza generale, si aggira nei meandri del palazzo parlando per enigmi, per anagrammi, scrivendo proclami insensati che solo il narratore raccoglierà e che saranno la chiave di volta per comprendere la gigantesca truffa nella quale l’Italia intera sembra essere coinvolta.
Un romanzo fiume, altamente simbolico, colmo di metafore, troppo spesso violento nel linguaggio iperrealistico che sovente scoraggia il lettore. Roma offre l’ambientazione a questo libro visionario: il candore del Vittoriano, il silenzio dei lungoteveri notturni, la ressa della stazione Termini gremita di negozi, il brulichio di Piazza Vittorio, la Garbatella, il Trionfale, una piazza San Pietro pagana, dove durante la beatificazione di madre Teresa si svolgono conversazioni e rapporti imbarazzanti, locali notturni frequentati da transessuali all’ombra di San Giovanni. Una denuncia forte della nostra burocrazia ammalata, degli intrecci perversi tra le più alte gerarchie ecclesiastiche del Vaticano, degli apparati dello Stato, dell’economia globalizzata che mette a rischio i rapporti di forza fra nazioni. Il Ministero degli Esteri raccontato come un universo parallelo, di cui il protagonista tenta di squarciare i misteri insondabili, ma che viene respinto con meccanismi consolidati di autodifesa di un establishment corrotto e inossidabile. Finirà per fuggire ad Oslo, dove è stato incredibilmente ritrovato il celebre dipinto di Munch, alla ricerca della purificazione, attraverso i riti della sauna e del gelo che rigenerano ed aiutano ad espellere il marciume che ha assimilato. La realtà è capace di superare la fantasia? Che paura!
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