Rewind - Fermando i fotogrammi
- Autore: Massimo Bartalini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2007
Spesso le storie più semplici sono le più coinvolgenti, perché ci appartengono. Storie tranquille, senza chissà quale colpo di scena, con qualche scossone più o meno violento com’è nel regolare scorrere della vita; storie di persone normali, poco complicate, dal pensiero lineare; storie di crescita e di quelle piccole ribellioni che sono comuni a quasi tutti, nel percorso verso l’età adulta.
Perché, allora, queste storie dovrebbero interessarci? Perché sono nostre. Perché raccontano di noi molto più di quanto non si pensi, perché ci fanno sorridere o arricciare il naso, ma sempre nella condivisione di quanto è successo anche a noi, pari pari, o a quel nostro amico che è sempre stato uno scavezzacollo ma poi ha messo la testa a posto, o che da diversi anni non abbiamo più rivisto.
Tutto questo ci racconta, con stile ingenuo, colloquiale, genuino, questo brevissimo libro, più un’autobiografia che un romanzo. Non basta, infatti, che il protagonista si chiami Mario piuttosto che Massimo, per trarre in inganno il lettore: ogni frase, ogni parola ci narra un vissuto personale, tanto che si percepisce, anche senza saperlo, che protagonista e autore sono la stessa persona.
Più che un romanzo, più che un diario (del quale non ha lo stile), una conversazione con un nuovo amico che ci racconta di sé. Un ragazzo di provincia, che della provincia percepisce l’incedere lento e, a volte, la noia, ma nel complesso una persona che ha un certo numero di fortune rispetto ad altre: un lavoro nell’azienda di famiglia, anche se non certo di tutto riposo, un anno di servizio militare tutto sommato piacevole, la guarigione senza grosse conseguenze da un brutto incidente. Ma, com’è normale, anche la vita di Mario/Massimo, esattamente come le nostre, ha i propri problemi e conflitti che, almeno nel momento nel quale succedono, ci sembrano insormontabili.
Ecco quindi che, seguendo i suoi ricordi, i nostri si fanno largo e invadono prepotentemente i nostri pensieri, per dimostrarci che non sono poi tanto dissimili dai suoi. Ciascuno di noi ha litigato ferocemente con i propri genitori per ottenere quello che a lui sembrava logico e scontato, e la cui negazione gli è sembrata una mancanza di fiducia nei propri confronti. E che dire della scuola, spesso ricca di regole e povera di stimoli, e della sensazione di “non staccare mai”, di “non fare mai abbastanza” che porta a desiderare un lavoro che ci permetta di timbrare il cartellino ed essere liberi di pensare ad altro? E dell’obbligo di studiare materie che non riguardano neppure strettamente il corso di studi che si è scelto, ma che per qualche misterioso motivo sono preponderanti rispetto a quelle più specifiche, e che provocano frustrazione? Piccoli frammenti di memoria, ma importanti.
Infine, vero fulcro della storia, il grande amore al quale, per un motivo o per l’altro, si è dovuto rinunciare, e poi la storia della vita, forse meno eclatante ma con radici più profonde. E le trasgressioni, a volte esagerate e un filo pericolose, a volte più innocenti, e le persone fidate che fanno da copertura. Un passo dopo l’altro attraverso gli anni, con la malinconia di chi ad un tratto si volta e riflette “Avrei potuto fare di più” (si faccia avanti colui a cui non è mai successo).
Una lettura riposante, che strappa più di un sorriso; allo stesso tempo un viaggio nel passato di chi legge e l’incontro con un’altra vita.
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