

Roma, non basta una vita
- Autore: Silvio Negro
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: BEAT
- Anno di pubblicazione: 2018
Roma, non basta una vita (Beat 2018, 32 tavole, introduzione di Stefano Malatesta, prefazione di Emilio Cecchi) di Silvio Negro (Chiampo, 15 aprile 1897 – Roma, 3 novembre 1959) conduce il lettore negli angoli più riposti della capitale, là dove “l’anima e il corpo” della Città Eterna possono offrirsi davvero allo sguardo. Il giornalista, saggista e vaticanista lo pubblicò per la prima volta nel 1962.
Roma, la nostra città, sempre e comunque “Caput Mundi” nonostante gli sfregi che l’incuria, i cattivi comportamenti e l’atavica malagestione della “Res publica” hanno inferto alla Capitale nel corso degli anni. Roma, che abbiamo spiato, anelato di rivedere, sognato di solcare durante il lockdown causato dall’emergenza Coronavirus, quando il silenzio della città era assordante. Roma dopo la ripartenza, il cui rumore ritrovato, come quello confortante del traffico, ha fatto provare ai cittadini una vertigine di piacere. Roma, come quella descritta in queste pagine da un non romano, ma da un veneto, nato in una patriarcale e benestante famiglia contadina, capo della redazione romana del “Corriere della Sera” e vaticanista di vasta e consolidata fama. Una Roma nascosta da scoprire, non solo quella che si offre mostrando le antiche vestigia del Colosseo, quest’anno orfano della “via Crucis”, o quella della Basilica di San Pietro, maestosa e solenne, quella dei Fori, i cui ruderi appaiono più vivi che mai, o del vicino Campidoglio, uno dei sette colli su cui venne fondata la Città Eterna.
Vivere la città, percorrerla in lungo e in largo e meravigliarsi, perché si è appena dischiuso qualche scorcio nuovo, insolito, affascinante. Infatti incredibili sono le sorprese che Roma riserva anche a chi crede di conoscerla bene. Quanti edifici “di nobile e romanissimo carattere”, considerati di secondaria importanza, saltano agli occhi perché osservati con uno sguardo nuovo; edifici minori mai notati prima, che fanno comprendere che cosa rappresenta Roma nella storia del mondo, fin da quando due cuccioli di uomo, due gemelli, vennero allattati da una lupa, leggenda che è pietra miliare della tradizione mitologica romana.
I colori di Roma sono unici al mondo: se il Tevere è biondo, o almeno dovrebbe esserlo, se non fosse contaminato dalle malefatte umane, le case di Roma sono rosse, un rosso corposo e vivo, perché scaldate dal sole della città, che è eterno e non ha fretta.
Chissà quante volte l’autore si sarà divertito a spiare dalle finestre del Keats-Shelley Memorial House in Piazza di Spagna i turisti che scendevano dalla scalinata di Trinità dei Monti, pensando a quando quella celebre piazza era solcata dai passi di Giacomo Casanova, Lord Byron, Vittorio Alfieri, Gabriele D’Annunzio, la regina Casimira di Polonia, o da artisti come Turner e Piranesi, giacché come scritto sulla lapide, Roma ebbe “più che ospiti, cittadini”.
Leggere la raffinata opera di Silvio Negro, cultore e narratore delle vicende storiche e spirituali della Città Eterna, in questo particolare momento storico, acquista un senso particolare. Assaporare le raffinate pagine di questo imperdibile “Album romano”, redatte con una prosa vivida e fluente, è anche l’occasione per rispettare di più la nostra città, con l’orgoglio di renderla più splendente di prima dell’isolamento imposto. Mai più degrado, perché per scoprire e vivere Roma, non basta una vita.

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