Romanzo in bianco e nero
- Autore: Delia Morea
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
Delia Morea, scrittrice napoletana, sceglie Roma per ambientare il suo nuovo romanzo ( Romanzo in bianco e nero Avagliano, 2019) che già dalla copertina, una bella foto in bianco e nero appunto, dice molto del suo contenuto: storia, cinema, sentimenti profondi.
La scrittrice sceglie di raccontare due diversi momenti della storia cittadina nella quale fa muovere i suoi personaggi: gli anni dal 1938 al ’43, i più bui della storia della capitale e quelli compresi tra il 1971 e il ’75, che segna l’epilogo della storia.
La ricostruzione minuziosa di luoghi, avvenimenti, costumi, abitudini, paure, è una caratteristica della scrittura di Delia Morea.
Marcello, Rachele, Carlo, sono studenti universitari ventenni che frequentano la Sapienza a Roma: Rachele è ebrea e malgrado la sua giovinezza irrequieta e la sua voglia di vivere, capisce che la sorte dei suoi correligionari è segnata. Ama Carlo anche se riconosce il valore dell’amicizia di Marcello, che soffre perché respinto da lei.
Nello scorrere degli anni in cui le leggi razziali costringono gli ebrei romani ad abbandonare le loro attività, a lasciare studi e professioni, il clima politico si fa sempre più oscuro. Guerra, partenza per il fronte di Carlo che presto viene dichiarato disperso, fuga di Marcello che i genitori costringono a nascondersi, peripezie di Rachele che a stento sfuggirà dalla razzia del 16 ottobre 1943, segnano le vite di questi giovani.
Incontreremo di nuovo Marcello negli anni Settanta. È diventato un valente professore universitario, la sua materia è il cinema contemporaneo. L’uomo, cinquantenne, vive solo, dopo che ha interrotto una relazione con la collega Sandra e si turba quando si presenta a chiedere la tesi di laurea una giovane e talentuosa studentessa, Janine Rachele. Appassionata di cinema, vorrebbe fare la tesi sul grande Vittorio De Sica e in particolare su un suo film poco noto, girato negli ultimi mesi di guerra nella Basilica di San Paolo. La pellicola, poco nota al grande pubblico, “La porta del cielo”, è invece ben conosciuta dal professore Marcello Guidi, che è assalito da un’ondata di ricordi dolorosi. La scrittrice ci appassiona con gli intrecci delle varie vicende nelle quali i personaggi si trovano coinvolti, prima e dopo. Ma l’aspetto che più colpisce nel romanzo è la passione per il cinema italiano nel suo momento più significativo.
Tanto l’insegnamento universitario a cui Marcello si è dedicato, quanto la presenza nel testo di Ettore Scola, Vittorio De Sica, Michelangelo Antonioni a cui è dedicata l’epigrafe del romanzo, ci raccontano quanto sia stato importante il nostro cinema nell’evoluzione della società italiana e quanto abbia contribuito in quegli anni terribili a far uscire il paese dalle sue macerie: e Vittorio De Sica ne è certamente un personaggio chiave.
Roma viene ben descritta da Delia Morea, tanto quella spettrale delle bombe a San Lorenzo, delle torture a via Tasso, del binario maledetto della stazione Tiburtina, quanto quella più recente dei teatri sperimentali, dove autori nuovi cercavano nuovi linguaggi espressivi ed emergevano nomi come Memè Perlini e Carmelo Bene, dei locali di Campo de’ Fiori dove si faceva jazz, dei negozi raffinati del centro storico. Rapporti difficili tra genitori e figli, tra fughe e ritorni, amori perduti e ritrovati, rivalità e amicizie profonde, di tutto questo l’autrice ci parla con un linguaggio lineare e fluente, realistico e a tratti lirico, in mezzo allo scorrere del tempo del secolo scorso, il secolo giudicato “breve”, ma tanto ricco e doloroso.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Romanzo in bianco e nero
Lascia il tuo commento