Rosamund
- Autore: Rebecca West
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2019
Siamo arrivati, ahimè, all’epilogo di questa bella trilogia, dell’outsider Rebecca West. In quest’ultimo lavoro, Rosamund (Fazi, 2019 tradotto in italiano da Francesca Frigerio), l’autrice chiude il cerchio sulla bella saga familiare degli Aubrey iniziata con La famiglia Aubrey e continuata con il libro Nel cuore della notte.
Nonostante la famiglia sia ormai dimezzata, Mary e Rose continuano ad inanellare successi, in varie tournée in giro per il mondo, osannate come star, mentre la sorella maggiore Cordelia si è ormai ben stigmatizzata nella figura di moglie convenzionale. Il lusso, le comodità e il successo non bastano a farle sentire inserite in una società borghese che se da un lato le osanna, dall’altro le respinge. E soprattutto Rose, sempre tesa tra i forti legami del passato e una cinica visione del suo futuro, non riesce ad approfondire alcun legame personale se non con i componenti di quello stesso nucleo affettivo che la madre ha così brillantemente creato e coltivato.
Ma l’allontanamento dello spettro della povertà e il novello benessere economico, non riescono a placare l’irrequietezza e il senso di abbandono, soprattutto di Rose, che sempre più si sente estranea ad ogni consesso umano, tranne quello così sapientemente creato e consolidato dalla madre Clare.
Siamo negli anni Venti, ancora illuminati dall’euforia e dalla gioia per la fine della Grande Guerra, ma antesignani di un periodo di profonda crisi, la Grande Depressione. Gli ambienti borghesi si beano della musica e dell’arte, ma spesso non la comprendono, per cui le sorelle concertiste sentono sempre più accrescere un divario, un fossato, tra il loro talento e il pubblico. Sembrano trovare conforto e identità, oltretutto in un passaggio cruciale della vita, dall’adolescenza alla maturità, solo in compagnia degli affetti familiari, lasciando poco spazio ad altro che non sia il microcosmo nel quale hanno sempre vissuto.
A fare da corollario, sopraggiunge la notizia dell’imminente matrimonio della adorata cugina Rosamund, vera destinataria da sempre del loro affetto fraterno, più della sorella, che avrebbe dovuto rappresentare un evento lieto; senonché, la scoperta di un cognato piccolo, insignificante, dai dubbi contorni morali e così diverso da quanto le sorelle si sarebbero aspettate, anche se ricchissimo, le getta in uno sconforto ancora maggiore, condito di amletici dubbi sulle ragioni alla base della scelta di lei.
Mi chiedevo se mi amasse quanto l’amavo io, e temetti che il mio destino sarebbe sempre stato amare più di quanto non fossi riamata.
Rose, a quel punto, non trova ristoro se non al pub sul Tamigi, il Dog and Duck, ritrovo di tutti coloro che hanno abitato e colorato la loro casa di Lovegrove e dei loro nuovi legami familiari, fino all’inaspettato finale!
La luce di nostra madre ci aveva fatto capire che le tenebre di nostro padre non erano semplicemente un’assenza di luce. Anche così, le certezze del Dog and Duck ci permettevano di non farci turbare da un mondo che a quell’epoca stava annunciando tutta la sua mancanza di certezze.
In Rosamund quello che risalta è un profondo senso di malinconia, un senso di inadeguatezza che forse tocca tutti, in quel delicato passaggio all’età adulta, in cui il venir meno di tante certezze e di tanti basilari affetti, spinge ad un esame approfondito di sé, a un bilancio dei propri traguardi e degli affetti sinceri; ma quello che lascia, realmente, disorientati è il personaggio della cugina Rosamund, pilastro di tanti drammi nel capitolo precedente e qui solo ombra sullo sfondo, inspiegata, irrisolta, non compresa, che trasmette al lettore quel senso di incompiuto che troppo spesso ci accompagna nella vita reale, o forse, proprio per questo, formulato così dall’autrice, profonda e indiscussa conoscitrice dell’animo umano!
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chi cerca belle storie, ma anche una struttura psicologica, linguistica di raro spessore, nel quale ritrovare sensazioni e sentimenti reali, familiari, quotidiani. L’atmosfera londinese dei primi del Novecento fa da splendido contorno a un romanzo corale d’eccezione.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Rosamund
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