Rudi Voeller. Il Tedesco volante
- Autore: Gabriele Ziantoni
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2020
In Italia parlare di calcio è un’attitudine. Le formazioni, le moviole, il processo interminabile al fuorigioco che ha cambiato una partita compongono quel filo magico ma tutt’altro che invisibile che attraversa tutta la trama della nostra società, dalle periferie alle pause pranzo negli studi legali. Scrivere di calcio è ormai una professione consolidata, e biografie di grandi campioni agitano le vendite come quelle di personaggi politici o di imprenditori rivoluzionari.
Ma per fare in modo che un autore acquisti autorevolezza in questo grande mare di titoli, c’è bisogno di essere autentico e Gabriele Ziantoni lo è, fuori di ogni dubbio. Radiocronista, speaker radiofonico, ma soprattutto innamorato della Roma, della quale riesce a cogliere lo spirito profondo nel libro Rudi Voeller Il Tedesco Volante (Giulio Perrone Editore, 2020), e a svelarlo anche a chi, di calcio, non ne capisce nulla.
Il libro corre su due ritmi diversi, seguendo una duplice vicenda: la carriera di Voeller calciatore, dagli esordi nei Kickers Offenbach, lungo i gloriosi anni nella Roma fino al Bayer Leverkusen, e la parentesi, surreale e drammatica, di Voeller allenatore della Roma, nei ventisei giorni del 2004 in cui ne occupò la panchina.
I tempi e i registri adoperati sono tanto diversi tra loro da dare l’illusione che siano usciti da due libri e due penne diverse: se nel seguire il percorso atletico di Voeller Ziantoni ha il piglio di un cronista, asciutto nel far correre gli anni ma agile sul gergo degli addetti ai lavori, quando accompagna il Rudi allenatore ecco uscire l’occhio del romanziere.
Ne esce un ritratto toccante, intimo, di un uomo maturo che sceglie di seguire un vecchio amore con l’ottusità di un adolescente, ma anche di un veterano che ammette di essere solo un cimelio che cammina in un mondo che corre senza destinazione. Nelle pagine destinate al breve arco di Voeller allenatore, Ziantoni si permette qualche acrobazia letteraria, mettendo sulle labbra o nella mente dei calciatori citazioni a Fitzgerald, a Eco, a Nietzsche: ma è più semplice lasciarsi trasportare da questi gesti coraggiosi che puntare il dito contro di loro.
È un libro maschile, nella furia di questa passione per la palla di cuoio, per lo sguardo infuocato che scende nelle aree di rigore, negli spogliatoi: è epica, e non retorica, quella che Ziantoni adopera per parlare di calcio. Ma è un libro che rifugge ogni accusa di maschilismo, nel suo delicato avvicinarsi alla parte più lirica, e forse incomprensibile, dell’appartenenza ai colori di una maglia: la disfatta onorevole che vale più di una vittoria annunciata, la danza estenuante dell’eterno perdente, che nel suo spirito incrollabile trova la forza magnetica di tenere attaccate a sé generazioni di tifosi.
Per bocca dello stesso autore, questo è un libro malinconico. Nell’ultima porzione di questo secondo decennio del duemila, il cinema e la radio ci bombardano con una costante apologia degli anni ’80. Ziantoni, accompagnando Voeller nei suoi anni d’oro, restituisce, almeno calcisticamente, un ritratto fedele di quel decennio che non seppe mai abbandonare i toni saturi.
Ma è anche un libro che è parente stretto dell’anno di pubblicazione, questo 2020 che suo malgrado sta diventando uno spartiacque. Sono frequenti le frecciate al pensiero comune, al ritornello Andrà Tutto Bene che brucia le stesse orecchie di chi lo pronuncia; e torna, come sinistra ma umanissima metafora, la malattia, forte e invisibile.
"Pensaci: l’influenza viene solo d’inverno. L’estate ne è quasi immune. La febbre ti colpisce alle spalle, come gli avversari più scorretti. Quando è freddo e buio. Quando le giornate durano meno. Quando il mondo si addormenta e va in letargo, nell’attesa di tornare alla vita. L’influenza è come i libri. Si scrivono di notte. E d’inverno, chiaramente. I libri si scrivono quando si è tristi."
Rudi Voeller. Il tedesco volante
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