Sabbie mobili. L’arte di sopravvivere
- Autore: Henning Mankell
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2015
Henning Mankell, nato a Stoccolma nel 1948 e morto a Goteborg nel 2015, è stato un grande scrittore svedese di polizieschi, famosi in molti paesi. Chi ha letto solo un suo romanzo di ricorda addirittura con affetto il Commissario di polizia Kurt Wallander, che lavorava nella polizia di un piccolo centro cittadino. È impossibile fare anche una semplice lista dei libri di Mankell tradotti per Marsilio. Sono tantissimi e tutti di successo. Per chi vuole fare una lista di libri da leggere può partire dalle recensioni presenti su Sololibri in merito alle inchieste del Commissario Wallander (sono finora 9 titoli, molto particolari).
Noi qui stiamo parlando dell’ultimo libro di Maskell, Sabbie mobili. L’arte di sopravvivere (Marsilio, 2015, trad. L. Cangemi), che è una specie di biografia che tratta di riflessioni sulla morte, che ha inizio quando l’autore scopre di essere ammalato.
Mankell, prima della malattia, si divideva tra la Svezia e il Mozambico. Più che avere il mal d’Africa, era sorpreso dalla povertà che vedeva intorno a sé, ma in realtà pensò sempre che portare un teatro, far conoscere agli africani le opere immortali del teatro europeo, era importante quanto mangiare tutti i giorni. Sua moglie e regista teatrale era Eva Bergman, figlia del genio del cinema Ingmar Bergman.
Il libro inizia con un incidente piuttosto banale, mentre lo scrittore guida per raggiungere una libreria dove metterà autografi. L’airbag lo salva da qualsivoglia trauma e, anche se ha un tremendo dolore al collo (lui pensa a un colpo di frusta), parte per una breve vacanza ad Antibes con la moglie. Ma il torpore doloroso gli arriva fino al pollice della mano. Si decide così a fare degli esami radiologici e scopre di avere un tumore ai polmoni e una metastasi nel collo. Una diagnosi severa per un uomo di sessantacinque anni.
Le riflessioni del libro hanno un andamento da aforisma. Cosa resta di tutti gli studi di un uomo di cultura quando non c’è più? I suoi lettori apprezzeranno le istanze morali e la pietas del Commissario Wallander o saranno presi solo dalla voglia di capire chi è l’assassino? Più della morte lo spaventa perdere la sua unicità di scrittore per sciogliersi nel grande Nulla. Alcune pagine sono così ispirate da portarci alla commozione e allo strazio.
Sabbie mobili. L’arte di sopravvivere è un libro di grande bellezza, che ci dà un’altra immagine dello scrittore. Che non molla. Anche se dopo quattro chemioterapie il suo fisico è indebolito e fiacco, lui ancora tenta di avere progetti per il futuro. Una cosa è certa: Mankell è stato, nonostante la brutta malattia, un privilegiato. Perché è riuscito a fare quello che voleva fin da ragazzo: scrivere.
Non importa se la sua immortalità di scrittore sarà provvisoria, scrivere per lui è stato un modo per rendere il mondo più comprensibile.
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