Sabbie mobili. Tre settimane per capire un giorno
- Autore: Malin Persson Giolito
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Salani
- Anno di pubblicazione: 2018
La protagonista della storia di "Sabbie mobili. Tre settimane per capire un giorno" è Maja Norberg, una giovane diciottenne di Stoccolma di buona famiglia, popolare e smaliziata. La narrazione inizia tra le mura fredde del carcere in cui è stata richiusa, con l’accusa di aver partecipato alla sparatoria avvenuta nel suo liceo ad opera del suo fidanzato, Sebastian, col quale ha avuto una tormentata relazione amorosa. Durante la strage perdono la vita 4 persone: Amanda, la sua migliore amica, Sebastian, il pusher di colore Dennis, ed un professore.
È attraverso i pensieri altalenanti tra apatia e panico della giovane che veniamo a conoscenza dei fatti, preludio della strage.
La vita in famiglia con una mamma egocentrica, l’amicizia fatta di feste e uscite con Amanda, i primi amori, i primi baci, fino alla conoscenza con Sebastian, così ricco da seguirla fino a Nizza durante le vacanze estive per poter stare con lei, ma anche estremamente disturbato e abbandonato a se stesso da genitori dal valore inconsistente quanto è enorme il loro patrimonio economico.
Attraverso le fasi di dibattimento processuale ritorniamo alla progressiva caduta di Maja in una realtà malata, asfittica, quella costruita dalle ossessioni e dalle dipendenze di Sebastian. Così, tristemente, Maja inizierà a drogarsi insieme a lui e ad isolarsi sempre di più da quel mondo in cui è cresciuta, che l’ha nutrita a suon di valori poco concreti e ipocrisie solide come cemento.
La scrittrice, Malin Persson Giolito, scandaglia con lucidità ogni piccola contraddizione della vita benestante degli svedesi che contano, quelli che blaterano di apertura e di disponibilità nei confronti del diverso, ma che sono i primi ad etichettare le persone divertendosi a farli salire e scendere come marionette su una scala di valori sempre più pericolante.
L’esempio vivido di questa ipocrisia è Samir, il compagno di classe di Maja, un giovane immigrato, sveglio e intelligente, da cui Maja è profondamente attratta. Inizialmente Maja ne descrive comportamenti così retti, così giusti, da convincere anche il lettore ad abbracciare quei cliché che tanto vengono sbandierati nelle pagine del romanzo. Samir, il povero immigrato da cui tutti dovrebbero imparare, l’opposto speculare di Sebastian, ricco e privo di scrupoli e coscienza. Dunque se il ricco Sebastian è letale per Maja, Samir lo straniero dovrebbe invece essere il rifugio della protagonista, il porto sicuro. Ma, ci ricorda la Giolito, niente è solo bianco o solo nero: in tutto ci sono sfumature e nessuno è soltanto buono o solo cattivo. Esistono gli eventi che condizionano le persone, attivandole in un senso o in un altro.
Maja dovrà avere la forza di ripercorrere quegli eventi per riaffrontarli, decidendo se valga la pena lottare per la propria salvezza, per la libertà. Dovrà scegliere se avere il coraggio di guardarsi dentro per capire se e che parte di responsabilità ha giocato in quei tragici eventi e se è in grado di perdonarsi, perché a tutti, forse, è concessa una seconda possibilità.
Sabbie mobili. Tre settimane per capire un giorno
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