Se camminare fa troppo rumore
- Autore: Giusi D’Urso
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Capita che le prime venti pagine di un libro, incipit compreso, si leggano con troppa fretta, fino a non capire niente. Chi scrive, forse per stanchezza non ha capito subito la storia di Sofia e già si lamentava della narrativa italiana. Poi da alcuni passaggi e sostanzialmente nel tornare a rileggere, si è proprio aperto un mondo, perché si è rinunciata alla linearità della trama. Invece Se camminare fa troppo rumore (Il ramo e la foglia edizioni, 2024) di Giusi D’Urso è un libro di ruvida bellezza, doloroso e pieno di pagine struggenti.
Sofia, la protagonista principale, sembra trovarsi in un ospedale psichiatrico, che sembra essere una prigione per persone con seri problemi mentali. La donna deve prendere delle medicine obbligatorie e i pasti tornano indietro perché la donna non mangia quasi nulla.
Torna col pensiero alla sua vita che era una distesa di possibilità, ma il sapere la fine della storia non aiuta a capire Sofia. Prima del trasferimento Sofia stava benissimo sull’isola siciliana. Aveva come migliore amica Filomena, una ragazza che viveva in estrema povertà, che tra continuazione della scuola e il lavoro, ha scelto il lavoro per aiutare la madre a pulire i bagni pubblici e privati. Ma questa scelta arriverà più avanti nel romanzo. Per ora sono due amiche del cuore, vanno alle elementari, si capiscono anche senza parlare. Due gemelle, anche se Filomena è più alta; le due ragazzine giocano, parlano del futuro.La madre di Sofia non è contenta di quella amicizia. Chissà perché. Ma a un certo punto la famiglia si trasferisce a Pisa, con un dolore fortissimo di Sofia nel salutare l’amica promettendosi di scriversi sempre, di mantenere l’amicizia salda fino alla prossima estate.
A Pisa tutto è diverso, come dice la scrittrice all’inizio del romanzo:
Ci vuole animo per stare a Pisa.
Una città turistica che la ragazzina odia, non le piace niente, né le cose, né le persone. I pisani sono riservati e mangiano pane sciocco, sciapo, senza sale. Ma i primi anni sono proficui. La madre di Sofia ha trovato un buon lavoro da impiegata, il padre, che è un maestro del legno, fa dei souvenir molto graditi ai turisti della città. Ma il padre di Sofia già esercita sulla famiglia un potere patriarcale eccessivo. Quando poi, dopo tempo, non riceve più ordini perché le persone cercano souvenir più economici, che arrivano dalla Cina, il padre perde il controllo, mettendo in ansia moglie e figlia. Nel frattempo Sofia ha scelto di studiare Medicina all’università, per farlo si deve dividere in due tra una famiglia totalmente fuori controllo e lo studio.
Il padre soffre di insonnia e ciabatta per casa, tra parolacce e oltre, fumando moltissimo e la studentessa si chiude in camera per studiare oppure va in biblioteca. Non fa amicizia con nessuno, ma sta trascurando anche Filomena che invece le scrive lettere dolcissime con il suo italiano sgrammaticato.
I soldi non bastano per pagare il mutuo, quindi Sofia lavora part-time in un’agenzia immobiliare. Troppe cose e gli esami da preparare, ma in agenzia è brava e il padrone è soddisfatto del suo lavoro. Nel frattempo il padre peggiora e la figlia lo convince a frequentare un centro di igiene mentale, dove lo imbottiscono di medicine.
La parte finale, bella e straziante la lascio ai lettori. Giusi D’Urso, l’autrice, riesce a mettere insieme la giovinezza e la Sofia adulta, pur raccontando a fine libro l’orrore di chi ha speso le proprie energie per fare del male. Noi siamo incantati da un italiano sempre vigile, accorto, che ha estremo rispetto per le malattie mentali.
Un libro che può aiutare le famiglie reali che si trovano in questa situazione. Il prezzo è durissimo, perché ci sono ricadute, niente è lineare in questo romanzo, fino alla fine.
Se camminare fa troppo rumore
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