Settanta volte sette
- Autore: Paolo Domenico Montaldo
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2021
Paolo Domenico Montaldo è l’inventore del commissario Incantalupo. Quest’ultimo è protagonista di molte avventure: Risposta sbagliata, Un gesto inconsapevole, Garibaldi fu ferito. Ora torna in libreria con una nuova avventura, intitolata Settanta volte sette, edita da Yowras (2021).
Il tema del perdono percorre, sotterraneo, l’intera narrazione di questo romanzo. Infatti:
“Dobbiamo rifarci al Vangelo di Matteo e precisamente ai versetti 18,21-22 quando Pietro, sapendo che la tradizione giudaica prevedeva un perdono fino a tre volte, chiede a Gesù: “Signore se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte debbo perdonargli? Fino a sette volte?”. In quel momento Pietro si aspetta che Gesù lo corregga e gli dica che al massimo può perdonare tre volte, ma invece Gesù confonde tutti quanti con una affermazione strabiliante e dice: “Perdonerai tuo fratello settanta volte sette”, riportando il perdono nella sua dimensione più giusta e divina: il perdono illimitato, come Dio farà con tutti noi.”
Chi è, dunque, il commissario Incantalupo che pronuncia parole così tanto profetiche?
“Era un poliziotto e aveva la convinzione che il suo dovere fosse assoluto. […] Aveva un aspetto singolare. Era alto, magro ma ben proporzionato, un pizzetto corto e due baffi appena accennati. Era sui quaranta, anno più anno meno, ma la sua caratteristica era che visto di profilo dava l’idea di un lupo, e così infatti lo avevano sempre chiamato, forse anche per il cognome, fin dalle scuole medie.”
In questa vicenda è alle prese con un caso a dir poco singolare. Un anziano, residente in una casa di riposo, muore, proprio il giorno del suo compleanno, dopo aver ricevuto uno strano dono: una scatola contenente sette cinghie con sette nomi di persone messe sopra a ognuna di esse.
“Dentro c’erano sette cinghie di cuoio, avvolte su se stesse. Non erano lunghe né molto spesse o alte, erano consumate da un uso continuo. […] Su ciascuna cinghia c’era un cartellino che lui prese, uno a uno, e lesse piano, in un silenzio che era dentro la sua testa, ma anche in quella sala. Erano nomi: Aldo, Matteo, Clara, Angela, Filippo, Giovanna, Maria.”
Perché gli provocano una paura tale da morirne? Qual è il loro significato recondito? Chi le ha inviate a un povero anziano? A questa strana morte se ne aggiungeranno altre e per il commissario si preannunzia una indagine difficile. Riuscirà a risolvere? Ad arrivare alla verità?
Il libro risponde bene alle caratteristiche del genere a cui appartiene. La trama è ben congegnata e architettata. Si giunge alla verità solo dopo un lungo cammino, irto e ricco di colpi di scena. L’ambientazione e i personaggi sono ben delineati, minuziosamente. Il punto forza del romanzo è insito nella costituzione stessa della vicenda, che non può che attrarre nel profondo anche il lettore più smaliziato. Buona lettura!
Settanta volte sette. Il commissario Incantalupo
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Un libro perfetto per...
Adatto agli amanti dei libri gialli.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Settanta volte sette
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