Sfrattati
- Autore: Giuseppe Marotta
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Corbaccio
- Anno di pubblicazione: 2015
Quello che emerge dalle pagine del volume è un dolente e veritiero viaggio nell’Italia di oggi “derubata e colpita al cuore” come cantava anni fa De Gregori, una lucida cronaca di un uomo che fa un mestiere difficile: l’ufficiale giudiziario.
“Ecco questo è il mio lavoro: porto in giro cattive notizie, recapito grane non da poco e raccolgo gli sfoghi altrui. Rincorro debitori incalliti o incolpevoli, e sfratto inquilini morosi”.
Ogni mattina Marotta rovista nella sporcizia delle vite altrui: di quelli che non rispettano i contratti, che non versano l’affitto, condannati a rimborsare un danno che non vogliono risarcire, o che non pagano le cambiali e “gli assegni che mi accingo, senza indugio, a protestare”. Questo è il classico lavoro sporco che qualcuno deve pur fare, soprattutto nell’Italia della crisi economica, dove la recessione sta lasciando lungo il suo cammino desolazione e rabbia. Lungo è l’elenco delle cose che non si riescono più a pagare, anche quelle più utili e ahimè necessarie: i pedaggi dell’autostrada, le rate del condominio, quelle del mutuo, dell’automobile, della mensa scolastica dei figli, e soprattutto, il canone d’affitto. La disoccupazione è aumentata e il debito pubblico non accenna a scendere quindi la pigione è una delle prime spese che si taglia quando si perde il posto di lavoro. Non si paga più e si aspetta, sperando che il proprietario sia magnanimo e che i servizi sociali “vengano in soccorso assegnandoti una casa popolare”.
Eppure avere un tetto sulla testa, dovrebbe essere una priorità, un diritto che dovrebbe essere garantito a tutti. Non stupisce quindi che il lavoro di Marotta aumenti ogni giorno sempre di più, direttamente proporzionale al propagarsi della crisi economica in corso.
“Ogni giorno per me e per i miei colleghi, è come girare la ruota di una lotteria perversa: gli estratti sono i debitori sfortunati perché riceveranno la nostra visita”.
Debitori sfortunati come Salvatore Esposito, una moglie incinta e due gemelline di sette anni, il quale prima di ottenere un alloggio popolare deve aspettare che sistemano “prima a quelli che stanno peggio di me, pure se sono extracomunitari”. Dragan, giunto dal Kosovo, una moglie e il terzo figlio in arrivo è un piccolo imprenditore edile “che la crisi ha fatto secco”, l’uomo riesce a commuovere il compassionevole Marotta ottenendo l’ennesima proroga di sfratto giudiziario ma fino a quando?
L’imprenditore Ruggero invece, che l’ufficiale giudiziario aveva dovuto sfrattare dalla sua villetta un paio di mesi prima, è ancora ricoverato a San Raffaele di Milano, reparto rianimazione. Ruggero si trova in coma “per la pazzia che commise quel giorno”. Giuseppe Marotta, nato a Pompei nel 1966, trapiantato a Milano, una laurea in Scienze Politiche, sognava di fare il giornalista.
Ripensando a quel sogno ormai lontano, l’autore “massacra l’anima” del lettore raccontando con stile neorealista l’Italia in sofferenza e quella Milano ex “da bere” che il prossimo maggio sarà teatro di Expo Milano 2015, “Fiore all’occhiello del nostro Paese” come ha di recente ricordato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il lavoro di Giuseppe Marotta consiste nell’entrare nella vita delle persone per farle uscire da casa in un momento nel quale l’emergenza abitativa nazionale è diventata quotidiana, perché vi sono sempre più persone che non sono più in grado di sostenere gli attuali livelli economici degli affitti.
“Restituisco il dovuto, perseguo il sopruso”.
SFRATTATI: Quando arriva l'ufficiale giudiziario. Le storie, i volti, le preghiere e le astuzie di chi subisce uno sfratto.
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