Son cose che càpitano
- Autore: Francesco Trippodo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
“Cose che succedono... nel servizio di Polizia”
Al ladro d’auto malaccorto ha comprato la pizza e da bere, in camera di sicurezza ed anche un cornetto, in tribunale, prima del processo per direttissima. Francesco Trippodo, palermitano, 53 anni, è in Polizia dai 19 (oggi col grado di sostituto commissario) ed è l’autore di un libro scanzonato sul servizio di pronto intervento, nel corso della sua carriera: “Son cose che càpitano”, edito da Prospettiva Editrice di Civitavecchia, 188 pagine 12 euro.
Storie vere appena edulcorate, episodi autentici, tutti spiritosi o a lieto fine, che Trippodo si augura riescano a far ridere a fior di labbra ed anche a far riflettere su quanto sia umanamente fallibile e socialmente indispensabile l’attività dei poliziotti e dei “cugini” carabinieri e finanzieri, che vegliano sul rispetto della legge e sulla sicurezza della comunità civile. Storie divertenti, scelte tra le più raccontabili. Quelle serie, che hanno lasciato un segno sulla pelle e sull’anima, ha preferito tenerle per sé. La vita, dice,
“è fatta di cose belle e di cose brutte. Le seconde ci rendono più forti, se non ci distruggono. Le prime fanno sorridere. Tutte, comunque, fanno crescere”
Vicende di servizio, quindi, serie e semiserie, aggiunge Francesco. Però, mentre si ha modo di apprezzare il gran cuore dell’agente Trippodo, di ammirare la sua capacità operativa sostenuta da una grande umanità, di ridere apertamente alle spalle del collega Peppe, agente sprovveduto degno delle barzellette più scontate, non si può fare a meno di constatare quanto questi tutori della legge debbano superare ogni giorno la cronica carenza di materiali, mezzi e soprattutto uomini, che costringe a fare costantemente di necessità virtù, per garantire ai cittadini ordine e tranquillità e per combattere chi si dedica al crimine e ha sempre più spesso il volto delle persone “perbene”.
Francesco si è arruolato in Polizia all’inizio degli anni Ottanta, per avere un futuro, come tanti ragazzi del Sud, ma lo ha fatto contro il parere del padre fornaio, che in seguito ha potuto ricredersi, apprezzando la professionalità del figlio.
Scuola allievi a Bolzano, mesi di addestramento affamatissimo e disagevole. Poi, il trimestre operativo di perfezionamento, Caserma Castro Pretorio, Roma, aggregato come guardia allievo. Al primo servizio di vigilanza sotto al Palazzaccio, lui e il collega vengono sfiorati da quattro pallottole di pistola, esplose da un’auto che sfreccia via. Più sorpresi che spaventati, apprenderanno che l’hanno rischiata grossa, erano sotto il tiro delle Brigate Rosse. Prima di tornare a Bolzano per la destinazione definitiva, farà in tempo a beccarsi anche una dolorosa scarpata con tacco a stiletto, da un medico omosessuale, durante una protesta gay in Piazza Navona e a fare colazione al fianco di papa Giovanni Paolo II, a Castel Gandolfo.
Assegnato al 5° Gruppo Volanti nella capitale, Caserma Giglio, in via Guido Reni, agisce da gregario e capo pattuglia sulle Pantere (tre agenti di equipaggio), distinguendosi sùbito nel brillante arresto di uno scippatore in zona Vaticano. Fatto sta che il delinquente, prontamente acciuffato da Francesco, è un attore, impegnato nelle riprese di uno sketch per la televisione.
Gli toccherà, tra l’altro, ritrovare l’anello prezioso di una contessa, finito in pasto alle carpe dell’acquario nella villa, oltre ad affrontare gli ultrà romanisti scatenàti nei festeggiamenti del secondo scudetto. Uno lo apostrofa “sbirro laziale”, perchè la scritta biancoblu Polizia sulla fiancata dell’Alfetta lo manda in bestia, gli fa l’effetto della muleta rossa al toro.
Peppe, l’improvvido collega calabrese, riuscirà anche ad avvelenarli, con delle bacche di belladonna scambiate per mirtilli (sono come quelli buoni di mia zia Teresa). In tre, appostati a Villa Borghese, resteranno senza conoscenza per diverse ore, scatenando la ricerca preoccupata dei colleghi. Verranno trasferiti alla Squadra Mobile romana, lui per premio, Peppe per toglierselo davanti. Servizi investigativi, in borghese, compito che l’agente calabrese crede di dovere assolvere sulle prime adottando un improbabile abbigliamento da detective privato da film americano.
Sono numerosi gli episodi, anche edificanti, che Trippodo racconta con tanta verve. L’ultimo è quello del ladro d’auto, un ventenne con parecchi precedenti specifici, sposo da due anni, padre di una piccola di pochi mesi e figlio di una povera vedova che sfacchina in albergo per aiutarlo. In tribunale, il ragazzo ringrazia pubblicamente Francesco per la sua bontà, commuovendo tutti.
Sei mesi dopo viene scarcerato e tre giorni appresso arrestato di nuovo. Il furto d’auto non è decisamente il suo mestiere.
SON COSE CHE CÀPITANO 2: Nuove storie serie e semiserie, vissute e raccontate da un poliziotto come tanti: Vol. 2
Amazon.it: 17,78 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Son cose che càpitano
Lascia il tuo commento