Stelle di panno
- Autore: Ilaria Mattioni
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
Un nuovo romanzo che Lapis edizioni ci propone per la Giornata della Memoria 2017, opera prima di Ilaria Mattioni che scrive per un pubblico di adolescenti, individua la formula giusta: il linguaggio piano, la narrazione cronologica, lo scavo nella psicologia dei personaggi e la cura dei particolari nella ricostruzione storica fanno di questo libro una bella novità nel panorama della narrativa dedicata alla ricostruzione degli anni oscuri in Italia dopo la promulgazione delle leggi razziali nel 1938.
Ilaria Mattioni segue le due piccole protagoniste, di appena nove anni, Liliana e Carla, iscritte alla quarta elementare della scuola Diaz nel quartiere milanese di Porta Romana; abitano nello stesso palazzo, a poche scale di distanza, e sono amiche per la pelle; l’una però, Carla, è figlia di un commerciante di stoffe con un bel negozio al centro di Milano; Liliana invece si chiama Treves, è ebrea, sua madre è concertista di pianoforte, suo padre scrittore e giornalista. Con loro è tornata a vivere anche la nonna Esther, fuggita da Berlino in seguito alla presa di potere di Hitler e della Notte dei Cristalli; raggiungendo la famiglia del figlio a Milano, la donna ha tirato fuori dalla sua valigia abiti su cui campeggiava una stella di panno gialla, che la nipote Liliana e l’amica Carla hanno subito pensato di imitare, credendolo un elegante ornamento. Ecco allora le due ragazzine che sottraggono uno scampolo di panno giallo nel negozio paterno e armate di filo e forbici compongono due belle stelle gialle, che cuciono orgogliose sui loro maglioni: il volto della nonna, sgomento, farà loro capire che non si tratta di un gioco, ma qualcosa di altamente drammatico.
Comincia così la storia raccontata in “Stelle di panno”, il bel romanzo di Ilaria Mattioni, che accompagna le due amiche e le loro famiglie dal 1938 alla conclusione della Seconda guerra Mondiale. L’autrice riesce a condensare nelle pagine del libro tutto il dramma vissuto dagli italiani in quegli anni terribili: la discriminazione degli ebrei, la loro espulsione dalle scuole e dalle professioni, l’obbligo di essere iscritti alle associazioni di regime pena l’esclusione e l’emarginazione, la difficoltà di sopravvivenza degli ebrei, terrorizzati e braccati. Il rapporto fra le due bambine è raccontato come la metafora di tanti comportamenti degli adulti negli anni bui del razzismo imperante: per essere accettata dalle compagne più fanatiche, Rachele ne è il prototipo, Carla finisce per allontanarsi da Liliana e anzi, per mostrare il proprio coraggio, compie un gesto che sarà fatale alla loro amicizia: scaglia una pietra contro l’amica, tra gli applausi delle piccole vipere, le compagne di scuola plagiate dalla maestra Panzeri, una pasionaria innamorata del Duce e delle sue sconsiderate imprese.
Ciò che colpisce nella narrazione è la capacità dell’autrice di seguire la grande storia, passo passo, senza nulla tralasciare, mescolandola sapientemente con il quotidiano delle famiglie provate da un regime violento, da una guerra lunga e dolorosa, dalla fame, i bombardamenti che a Milano furono terribili, la fuga sul lago Maggiore della famiglia Treves, divenuta Trevigiani grazie ai buon auspici di tipografi compiacenti, la nascita della Resistenza, Radio Londra ascoltata in una stalla in segreto, la borsa nera, le delazioni, la strage di ebrei all’hotel Meina, episodio drammatico non sempre ricordato dalla grande storia: insomma una sintesi di storia e di costume che attraverso personaggi normali ci racconta gli anni bui del nazifascismo, della guerra civile dopo la nascita della Repubblica Sociale che proprio nei luoghi del romanzo ebbe la sua fase più virulenta. Le paste alla crema dello zio operaio alla Pirelli, comunista, e i pastelli Giotto, il pane nero e la scarsità delle tessere annonarie, le chiacchiere sommesse nei rifugi, i vestiti troppo corti...
Per molti aspetti questo romanzo mi ha ricordato un altro grande libro che anni fa aveva scritto Lia Levi, “Tutti i giorni di mia vita”. Ricordo con quanta passione l’avevano letto allora gli alunni adolescenti o giovani adulti a cui lo proponevo. Mi auguro che questo nuovo libro abbia lo stesso successo e sia presentato nelle scuole con determinazione dagli insegnanti, perché c’è necessità di formare giovani che sappiano la storia, che la studino con rispetto, sapendo quanto sia importante per la nostra identità e per la crescita della democrazia che appare in pericolo, dati i continui episodi di nuovo razzismo che siamo costretti ad affrontare. Il modo più efficace per comunicare ai ragazzi resta sempre la buona letteratura, e questo libro mi sembra un buon esempio davvero. Liliana e Carla parlano al cuore dei ragazzi di oggi!
Stelle di panno
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