Storie bizzarre di un dottore in vacche di Piervittorio Stefanone

Piervittorio Stefanone è nato a Torino, laureato in Medicina Veterinaria e specializzato in Radiologia Veterinaria presso l’Università degli Studi di Torino. Ha esercitato la libera professione sui piccoli e grandi animali ed è stato Ufficiale veterinario nell’Esercito Italiano.
Appassionato di fauna selvatica e delle relative problematiche si è occupato in particolare di stambecchi, mufloni e lupi, a cui ha dedicato diverse pubblicazioni ed articoli. Nel 2021 ha pubblicato Gente di lassù. Cronache da un mondo che non c’è più. Ora torna in libreria con S torie bizzarre di un dottore in vacche. Muli, cani, gatti e un bue rosso (Edutrice Tipografica Baima Ronchetti, 2023). Una quasi biografia, molto interessante e curiosa, che mi ha entusiasmato molto.
Che cosa vuol dire questa espressione del titolo “dottore in vacche”?
È una curiosa espressione che sta a indicare la professione di veterinario, ovvero:

Fare il dottore in vacche è un lavoro difficile, più di quello del dottore dei cristiani: le bestie non ti dicono quello che hanno. E, poi, bisogna essere tagliati, nel senso che bisogna essere delle brave persone, perché, come si suol dire, chi non vuole bene alle bestie, non ne vuole neppure agli uomini.

In questo libro l’autore racconta la propria esperienza professionale, non sempre facile e pulita. Sono vicende divertenti, che spesso mi hanno fatto sorridere. A cominciare dalla prima storia, quella del bue rosso:

Perse la testa come un fanciot dal pasticcere e divorò un discreto appezzamento di trifoglio tenero e stuzzichevole. Lentamente, ma inesorabilmente il suo rumine prese a gonfiarsi, la povera bestia sbavava e non sapeva più che posizione assumere per allevare il dolore e così , coperto di sudore, il Bue Rosso iniziò ad agitarsi, muggendo e guardandosi il fianco sinistro esageratamente teso.

Ma non solo: cani, gatti, ma anche

Buoi, vacche, muli: ognuno di essi un ricordo, con molti di essi avventure divertenti, successi e insuccessi tenerezza e stupore per creature dalla spiccata personalità.

Ne consegue il racconto di un microcosmo, composto da animali e uomini, che cattura il lettore. Un’ottima lettura, che mi ha affascinato molto, sia per il rispetto nutrito nei confronti degli animali che emerge dalla narrazione, che per i personaggi che animano la stessa. Al termine rimane un assunto determinante:

Mi rendo conto che l’esser stato un dottore in vacche è stato qualcosa di più che esercitare una professione: è stata una impresa grandiosa, un privilegio, qualcosa che mi avrebbe fatto scoprire uomini e bestie con i loro reciproci rapporti che si svelano incredibili e molto spesso esilaranti.

Un libro adatto a tutti coloro che animano gli animali e li rispettano, senza mai cadere in una inutile demagogia, che non conduce a nulla. Molto divertente!