Storie di Piero. Musica, cultura e società nelle imprese di Piero Farulli
- Autore: Maurizio Agamennone
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
La cultura musicale (ma anche quella in senso lato) dell’area fiorentina e, in particolare, di Fiesole, ha un grandissimo debito verso Piero Farulli. A dimostrazione di ciò, una piazza dell’antica cittadina è stata recentemente intitolata “Largo Piero Farulli”, e proprio lì, fra pochi giorni, verrà inaugurato il nuovo Teatro.
A farlo sarà il pianista Alexander Lonquich, successore di Farulli come direttore artistico di quella “Scuola di Musica di Fiesole” che il Maestro aveva voluto con tutto sé stesso e diretto fino alla fine, tra entusiasmo e difficoltà, tra ideali e delusioni, tenacemente.
Una vita per la musica, letteralmente, quella di Piero Farulli. Celeberrima viola del Quartetto Italiano, forse ensemble da camera di tutti i tempi, avrebbe potuto cedere all’amarezza e alla stanchezza quando una grave malattia determinò la sua forzata uscita dalla formazione; invece, la sua determinazione e il suo immenso amore per la sua arte lo portarono a cambiare strada e a privilegiare l’aspetto generoso dell’essere musicista, l’insegnamento. Non solo per passare il testimone ad altri virtuosi di strumento, ma soprattutto perché l’arte è trasmissione, verso tutti.
Questo saggio di Maurizio Agamennone, Storie di Piero. Musica, cultura e società nelle imprese di Piero Farulli (Squilibri editore, 2022), che si fregia dell’introduzione di Sergio Cofferati, ripercorre la vita del Maestro dalle prime esperienze all’esperienza della scuola, passando per gli anni del quartetto.
Ricco di note, riferimenti e testimonianze raccolte con cura e pazienza, pur essendo tecnicamente ineccepibile lascia trapelare tutto l’affetto e l’ammirazione che il Professor Agamennone provava e prova per il Maestro Farulli. Tanto che lo stesso Maurizio Agamennone ha annunciato l’imminente uscita di un secondo libro, Scritti di Piero, che si prospetta come un’ulteriore occasione per approfondire questa figura straordinaria della musica e della didattica.
Chi scrive ha avuto il privilegio, sia pure diversi anni fa e per un breve periodo, di lavorare in qualità di segretaria del Maestro Farulli, e, molto più recentemente, di seguire un corso di Etnomusicologia tenuto dal Professor Agamennone, autore di questo saggio, presso il PROGEAS, Università di Firenze.
Non è quindi facile per me evitare di farmi prendere dall’emozione e dalla commozione nel recensire questo libro, anche perché lo spirito di osservazione e la felice penna di Maurizio Agamennone hanno catturato in pieno il carattere di Piero Farulli, per quanto fosse difficile e pieno di sfaccettature. Del resto, il Maestro Farulli era una persona indimenticabile, che lasciava il segno in chiunque venisse a contatto con lui anche per poco tempo.
Testardo e determinato, forte e instancabile, Piero Farulli non ha smesso un solo attimo di combattere per il suo ideale: quello di portare la musica al popolo, senza necessariamente pretendere di creare un esercito di musicisti provetti.
Anni e anni di duro lavoro e lotta alle avversità, passati da una parte a mandare avanti la scuola e dall’altra a perorare la sua causa, continuamente, incessantemente, con l’interlocutore politico come con il semplice appassionato. Il Maestro aveva però una straordinaria capacità: quella di annullare, nel suo dialogo a sostegno della musica, la divisione fra destra e sinistra, fra musicologi e uomini di scienza, azzerando le differenze e riunendo tutti in una visione comune. Tanto è vero che lo scopo della “Scuola di Musica di Fiesole” non era certo quello di contrapporsi al Conservatorio, del quale comunque il Maestro lamentava la tendenza eccessiva a creare musicisti “virtuosi” trascurando il lavoro di gruppo necessario per militare in una formazione orchestrale o da camera, ma anzi di integrare la proposta musicale uscendo dalla dimensione privilegiata per arrivare al popolo.
Quanta forza ci vuole per fare tutto questo?
Da ciò, e non da altro, erano generate le sue memorabili sfuriate, che, comunque, il più delle volte si scioglievano, pochi minuti più tardi, in moti di commozione e tenerezza. Questo era Piero Farulli, un uomo straordinario che ha lasciato un segno indelebile nella musica e, soprattutto, nella sua cultura.
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