Storie di guerra e di pace
- Autore: Francesco Lantero
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
“Storie di guerre e di pace” è un libro breve ma ricco di tanti vissuti. L’autore, Francesco Lantero, classe 1926, non nuovo alle composizioni soprattutto in poesia, ci racconta di sé, della sua famiglia, di un passato che riguarda la storia italiana e ci dimostra, parafrasando l’ormai famosissimo titolo d’una trasmissione televisiva, che “Non è mai troppo tardi” né per scrivere, né per ricordare.
Dai propri vissuti e dalle proprie esperienze ha origine la narrazione: siamo nell’immediato dopoguerra, quando le ostilità, ormai finite, sono solo un ricordo ma ancor troppo immediato e vivo perché l’autore, io narrante, i suoi familiari e amici non si sentano da esso coinvolti.
“La pace ufficiale tra le nazioni belligeranti era stata sancita ma rimaneva ancora da lavorare per rappacificare gli animi degli italiani.”
Così, tra alti e bassi, tra momenti di serenità misti a ricordi fatti di giorni di paura, il protagonista con alcuni amici, tutti abitanti di una frazione d’una cittadina del Basso Monferrato, decidono di compiere un pellegrinaggio. Sarà un viaggio di due giorni, a piedi, per ringraziare la Vergine degli scampati pericoli e per ritrovare, nel percorso, ciò che intimamente ognuno non aveva potuto coltivare negli anni precedenti in cui aver salva la vita era priorità assoluta. La meta è il Santuario della Madonna della Guardia, un simbolo per coloro che vivono tra il Piemonte e la Liguria, un luogo ove, soprattutto nel passato, ci si recava per ringraziare il Cielo.
Il protagonista, con alcuni compagni di viaggio, s’inoltra per alcuni territori dell’Oltregiogo, terra situata tra la Liguria e il Piemonte e caratterizzata da rilievi ed erti sentieri. Si parte il 10 agosto 1945: quella notte pare un segno, l’opportunità, per ognuno, di ritrovare la “propria buona stella”.
Ce n’è bisogno, come ci dimostreranno i protagonisti. Molti luoghi da essi attraversati sono fonte di ricordi, soprattutto del periodo di guerra. Non si dimenticano facilmente esplosioni, bombardamenti. Non ne è capace neppure Padre Isidoro, il sacerdote che fa parte del gruppo in cammino. Il percorso si rivela assai lungo ma rigenerante. Si sperimenta, in quegli spazi aperti, nella natura incontaminata, quella libertà tanto desiderata e la si “respira” tutta insieme all’aria pura che entra nei polmoni e che rigenera.
Il percorso è frammisto a piccole soste in cui ci si ritempra ma anche a tappe ove si ricordano i più efferati eccidi di cui gli uomini mai avrebbero dovuto macchiarsi. E’ anche il momento di ritrovarsi in amicizia e, purtroppo, di ripensare a chi non c’è più e ha perso la vita nel fiore degli anni: questa è la guerra, ladra di esistenze e di serenità. Finalmente ecco il gruppo giungere, con un nodo in gola, ai piedi del monte sulla cui cima sorge il Santuario. Poi, la Messa, le preghiere, un “Grazie” per esser lì e, tornando a casa, saper di ritrovare i propri cari. Il ritorno non è tutto facile: quel temporale che raggiunge la piccola comitiva ha ancora il potere, con lampi e tuoni, di far rivivere il fragore dello scoppio delle bombe e di lasciar tutti un po’ prostrati. Però, dopo la pioggia nel cielo brilla l’arcobaleno, così come nei cuori dei sopravvissuti. Infine il ritorno a casa: il viaggio ha dato i suoi frutti; è stato una catarsi cioè una, almeno parziale, liberazione da dolori ed affanni. Ci si ritrova felici in famiglia. Pare una semplice scena agreste ma non è così. E’ l’inizio della “Ricostruzione”.
Scritto con un linguaggio assai scorrevole, il libro non è solo rievocazione. E’ un compendio di speranza, di rinnovata fiducia nel domani, di amicizia, di solidarietà che quest’autore, anagraficamente non più così giovane, ha saputo comunicare con freschezza e levità, tanto da meritare il Primo Premio al Concorso Michelangelo di narrativa inedita e da ricevere apprezzamenti da critici e professori di letteratura.
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