Storie di parole nuove
- Autore: Ugo Cardinale
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: il Mulino
- Anno di pubblicazione: 2021
Per riuscire a osservare i fenomeni in atto in una lingua, con tutti i suoi cambiamenti e assestamenti costanti, ci vogliono quantomeno le giuste competenze e, fattore ancora più importante, un’apertura scevra dai pregiudizi.
Se è vero, infatti, che la lingua è uno strumento di potere, oltre che di espressione, di decodifica e di interpretazione del mondo, è altrettanto vero che per individuarne le matrici è necessario allontanare temporaneamente da sé tutte le sovrastrutture culturali con le quali la lingua ha creato dei rapporti di interdipendenza, e porsi in una condizione di osservazione e di ascolto tanto analitici quanto super partes.
Solo così, come riesce bene a un linguista e docente del calibro di Ugo Cardinale, è possibile tracciare, per esempio, un percorso coerente e solido dal punto di vista argomentativo e strutturale della neologia e dei neologismi in Italia, i cui brillanti risultati e le cui constatazioni dettagliate e autorevoli sono state raccolte nel saggio Storie di parole nuove, edito da il Mulino (2021).
Una pubblicazione ambiziosa per almeno tre ordini di motivi, dal momento che in primo luogo si tratta di un testo il cui pubblico di riferimento non è necessariamente né colto né preparato, ma curioso e intelligente sì. In secondo luogo, l’opera affronta un tema, com’è inevitabile che sia, antico e forse privo di quel luccicante fascino mediatico tanto apprezzato da chi la lingua vorrebbe usarla non in quanto strumento da esplorare e saggiare, bensì in quanto strumentalizzazione da orientare a più semplici e più basse finalità. In ultimo (e non per importanza, stavolta più che mai), la diatriba al centro del discorso riguarda nascita e la diffusione di nuove parole all’interno di un sistema linguistico preesistente rispetto a loro, eppure evita di cadere in facili e comuni banalizzazioni retoriche, come quelle che spesso interessano le dinamiche esogene ed endogene all’origine dei neologismi.
In altri termini (per restare in tema), l’ultima pubblicazione di Cardinale non nasce per fare schierare, bensì per fare schiarire – le idee, naturalmente. Si configura come un vademecum alla comprensione, non come un manifesto all’azione o, peggio, alla "reazione" nei confronti di una comunità più o meno estesa di parlanti che inizia a parlare in modo inedito dall’oggi al domani, inserendo nel proprio idioletto invenzioni lessicali che, se hanno fortuna e trovano terreno fertile, diventano varietà d’uso ben più estese e utilizzate nel sistema linguistico di riferimento.
E riesce nel suo intento con paziente e appassionata scrupolosità, raccontando e spiegando meccanismi teorici complessi con piglio divulgativo, per poi passare di volta in volta a un vasto e significativo apparato di esempi pratici, pensati apposta per smontare preconcetti privi di fondamento o per scoraggiare la rincorsa a conclusioni semplicistiche sul tema, evitando che l’osservazione dei cambiamenti di un idioma si trasformi in un passatempo da opinionisti e permettendo che resti, piuttosto, l’affascinante e sfaccettato mestiere di un critico della lingua nel senso più alto della parola.
Naturalmente questo apparente appannaggio esclusivo è il viatico per una gustosa e illuminante condivisione, che attraverso una scansione ragionata e graduale dei principi da prendere in considerazione (e dello storico da conoscere per inquadrare nella prospettiva più opportuna le caratteristiche dei neologismi) permette anche a chi non ha conoscenze pregresse di individuare con facilità dei punti di riferimento logico-argomentativi in merito, scoprendo nel frattempo connotati e connotazioni a volte imprevedibili delle azioni individuali e collettive da cui ha preso piede in ogni epoca la nascita di una nuova parola.
Il focus principale, che occupa più dei due terzi del saggio, è l’Italia degli ultimi sessant’anni, con tutti i cambiamenti sociopolitici, economici e culturali che ne conseguono, e che hanno dunque portato la lingua di d’Annunzio a essere quella del politichese, e poi di Berlusconi, e dei populismi, e dei linguaggi dell’odio, fino ad arrivare all’"imbagascimento" di eco gaddiana degli ultimi decenni e allo scenario in cui la stessa pandemia ancora in corso ha agito sulla comunicazione e sulla terminologia quotidiana in senso stretto.
A venirne fuori è uno spaccato del mondo in cui viviamo, del modo in cui lo abitiamo e delle parole chiave che ne hanno delimitato e descritto le mutazioni, attraverso posizione da osservatori privilegiati verso la quale Cardinale accompagna con cura chi legge, senza lasciare addosso alla lingua italiana nessuna etichetta, e anzi accogliendone le istanze che dal basso, dall’alto, dall’estero o dal passato ne hanno arricchito, cambiato o rinnovato gli abiti.
Storie di parole nuove. Neologia e neologismi nell'Italia che cambia
Amazon.it: 17,10 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Storie di parole nuove
Lascia il tuo commento