Storie da una terra scorticata
- Autore: Gianluca Morozzi
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
Ci sono almeno tre buoni motivi per cui la lettura dei libri di Gianluca Morozzi, può rivelarsi un’esperienza piacevole (dunque altamente consigliabile). Il primo, vabbè, è strettamente legato alla scrittura. Nel senso che Morozzi scrive bene e scrive come mangia, però si vede a occhio che dietro il sonoro (a tratti quasi lo slang) delle frasi c’è un lavoro di limatura, ritmo e semplificazione che vi raccomando. Ne discende che Gianluca Morozzi è uno scrittore bravo, che non se la tira. E qui arriviamo al motivo numero due. Malgrado la discreta fama che lo accompagna, Morozzi si tiene a distanza dall’aura mortifera di scrittore pensoso-compiaciuto-depresso, tanto in voga alle nostre letteratitudini. Gianluca Morozzi è uno scrittore intelligente-divertente e quanto meno per il momento, sta alla fauna fabiofaziesca come il diavolo al paradiso, e anche questo, credetemi, è più che un bene.
Il terzo motivo discende giocoforza dai primi due: romanzi e racconti di Morozzi sono per lo più irrorati da dosi industriali di (auto)ironia, così che i suoi personaggi (posso chiamarli anti-eroi?) sono in traslato caratteri tipici di una socioradiografia che la racconta lunga sul quadro clinico della nazione e dei suoi abitanti.
Prendete questo librino-emblema dal titolo a sua volta emblema edito da Edizioni Il Foglio (2015). “Storie da una terra scorticata” consta di dieci raccontini scattanti, fulminei, incisivi, per forma e contenuto. Li frequenta in molteplici declinazioni (individuali e di gruppo), una genia irrisolta, iperbolica, eterno-adolescenziale (più che tardo-adolescenziale), artistoide, tiratardi, paradossale, inespressa, sbandata e allo sbando. Con il dono salvifico della velleitarietà non consapevole, di un mal de vivre inconscio senza compiacimento (insomma, no all’insopportabile autoreferenzialità dei romanzi finto-sofferti, finto-esistenziali, di fatto ombelicali e basta).
Zeppi come sono di iperboli e succedanei valoriali (calcio, musica, sesso caricati di senso), i racconti di “Storie da una terra scorticata” inducono spesso allo sghignazzo della iena. Sarà l’effetto che fanno l’amore e il disamore al tempo delle parole a salve e dei pensieri a vuoto, se a dirla tutta è uno degli scrittori più incisivi della nostra afasica contemporaneità.
Storie da una terra scorticata
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