Sull’Etna non uccidono mai nessuno
- Autore: Ottavio Cappellani
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2013
Alla base dell’ultimo romanzo dello scrittore genialoide Ottavio Cappellani c’è una domanda:
“Vi siete mai chiesti perché non si hanno mai notizie di crimini sull’Etna? Possibile che con il grande numero di turisti che visitano il vulcano non avvenga mai neppure uno scippo?”
Così l’autore s’inventa (non tanto) una storia misteriosa: due giovani fidanzati scompaiono durante un’escursione sull’Etna. Cappellani dipana la trama del suo romanzo come un noir molto ben congegnato, genere del tutto nella sua penna; il caso in sé è risolto in fretta e facilmente, e la scelta dell’autore è di focalizzare l’ambientazione. L’Etna (A Muntagna), metafora del genere umano, è descritta come ben altro da una qualsiasi montagna, il “suo paesaggio lunare”, le sue eruzioni notturne, i suoi boschi solitari, i suoi “castagni centenari”, il gas e il magma la trasforma, la modifica, insomma:
“Il vulcano è una montagna viva, abituata a cambiare il suo volto secondo il capriccio degli dei”
Con Polifemo, Efesto, Zeus e i Ciclopi che Ernesto, il protagonista affabula i turisti che guida da Catania ai Faraglioni di Acitrezza e dalle pendici alla cima dell’Etna, in tour e minitour “ricolmi di fuoco, vulcani, metalli, pietra lavica, sole, abbronzatura, frutti di mare e odore di olio abbronzante”. Ernesto è uno scrittore “caduto in disgrazia” che per vivere scrive guide turistiche che hanno successo e fa la guida, gestendo quest’attività insieme al socio Vito. I due sono uno l’opposto dell’altro: “Tanto scuro di capelli e barba Vito quanto bianco è Ernesto”.
Il gioco degli opposti, se di gioco si può parlare, è presente anche nelle due ragazze venute dal nord dell’Italia a cercare i due scomparsi: Giorgia (bruna) e Marina (bionda). D’altronde tutto il romanzo s’intreccia con un’atmosfera, che di contrasti ne racchiude tanti:
“Atmosfera di mare e montagna, di Dolce e Salato, di Freddo e Caldo”.
Cappellani mette in croce e con ragione la nostra società analizzando il Male in tutte le sue forme, quella del potere, della mafia dei servizi segreti deviati e della nostra stessa anima, ma non c’è male senza bene e lo dimostra l’enigmatico uomo, che vive come un eremita in una caverna sull’Etna con una capretta che gli lecca la barba imbiancata ogni mattina e che ha tatuato “nelle sue ossa l’intera sua vita”.
Dopo il successo di “Chi è Lou Sciortino” e “Chi ha incastrato Lou Sciortino”, l’ultima prova narrativa di Ottavio Cappellani, di tono minore e con degli inspiegabili refusi sparsi, è comunque una lettura così intrigante che ti cattura fino alla fine.
Sull'Etna non uccidono mai nessuno
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