Sulla riva dello Jonio
- Autore: George Gissing
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Rubbettino
“Sulla riva dello Jonio” è scritto da George Gissing a conclusione del viaggio nell’Italia del Sud che ha avvio il novembre 1897. Gissing, di vasta cultura classica, era rimasto molto affascinato dall’opera La Grande Grèce del francese François Lenormant cui fa riferimento nel ripercorrere l’itinerario. La prima edizione inglese è del 1901, quella italiana del 1957. L’ultima è quella edita da Rubbettino del 2008 con traduzione di Mauro Francesco Minervino. L’interesse per il mondo classico di George Gissing si accompagna alla sincera ammirazione per le bellezze della natura e all’acuta osservazione del carattere dei personaggi che incontra. Frequenti anche le notazioni, non certo lusinghiere, per certe abitudini e consuetudini sociali e per il cibo e le bevande che non sempre incontrano il suo gusto.
Tuttavia quella parte d’Italia che Gissing visita è un paese abbandonato in cui si sono perse le tracce dell’antica storia. Il viaggio parte da Napoli e lì i padroni di casa dove Gissing è ospitato
“sono allibiti della mia eccentricità e della mia audacia nell’affrontare un viaggio solitario nel selvaggio Sud”
e amano poco la propria terra; il capofamiglia
”Parla, di preferenza, in francese, e il suo argomento preferito è Parigi. Si nota in lui una sorta di disprezzo per il proprio paese, che evoca, in lui, solo l’idea di fortune al declino e di una perduta dignità”.
È periodo di sventramenti e ricostruzioni e, sgomento, Gissing osserva quelli di Napoli
“Penso che sia un bene che l’ampio Corso Umberto I tagli il vecchio Pendino; ma quale contrasto, fra il pittoresco di prima e la volgarità cosmopolita che ne ha preso il posto!”.
Da Napoli Gissing s’imbarca per Paola alla volta di Cosenza, dove insegue la leggenda della mitica tomba di Alarico. Poi, in treno, va alla volta di Taranto passando per Sibari dove evoca la storia gloriosa di questa città. Proseguendo a Sud visita e descrive il tempio di Metaponto, mentre a Crotone è sfortunato e non riesce a visitare l’area archeologica per le avversità atmosferiche e per la contratta malaria. Vede Capo Colonna con un cannocchiale dal castello di Carlo V. Crotone esce un po’ malconcia dalla descrizione di Gissing e le persone e l’ambiente, cibo compreso, non sono rappresentativi dell’antica civiltà. Tuttavia Gissing cerca una spiegazione al perché della decadenza in confronto agli splendori dell’epoca greca. Il viaggio prosegue per Catanzaro, dove trova aria più salubre e finisce con Reggio Calabria, dove, emozionato, firma lo stesso registro che quindici anni prima aveva firmato Lenormant. Il paesaggio dello stretto termina il viaggio con la visione estatica della Sicilia, Scilla e Cariddi e
“mentre davo un ultimo sguardo in direzione dello Jonio avrei voluto potermi aggirare senza fine nel silenzio dell’antico mondo, dimenticando il presente ed ogni suo suono”.
Sulla riva dello Jonio. Taranto 1897. Ediz. italiana e inglese
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