Sulle tracce degli antenati di Telmo Pievani

“Sulle tracce degli antenati” (Editoriale Scienza, 2016) è un’avventurosa indagine per scoprire l’evoluzione del genere umano, narrata dallo scrittore Telmo Pievani, autore di numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative, professore di Filosofia delle scienze biologiche presso l’Università degli Studi di Padova e direttore di Pikaia, portale italiano dell’evoluzione.

Luca, bambino curioso di nove anni si chiedeva mentre stava giocando a palla con il suo cuginetto che cosa avesse in comune con lui. Il canuto nonno,

“ecco cosa abbiamo in comune: un nonno!”

gli aveva spiegato che con l’ausilio di un albero genealogico, grafico utilizzato per mostrare i rapporti familiari tra individui, è più semplice andare alla ricerca dei propri antenati. Inoltre il nonno aveva rivelato al nipote che, risalendo nel tempo

“troveremmo un gruppo di persone che sono gli antenati di tutti quelli vissuti dopo”

i primi esseri umani della nostra specie, cioè l’Homo sapiens. Il viaggio all’indietro di Luca era iniziato con l’uomo di Neandertal, che aveva un cervello mediamente più grande del nostro e una corporatura più robusta, intelligente e ben adatto al suo ambiente. Lo scopo della ricerca del ragazzino era di rintracciare l’antenato comune tra noi e il resto del mondo animale, l’anello di congiunzione con la natura. Seguiamo il piccolo esploratore, il quale, provvisto di notes e penna incontra i nostri lontani progenitori. Il cacciatore onnivoro Uomo di Denisova, abitante dell’Asia centrale, l’Homo floresiensis, la prima specie umana che presenta nanismo insulare che si nutre di vegetali e carne, che vive in Indonesia, l’africana Lucy, ominino bipede, i cui fossili sono stati rinvenuti in Etiopia nel 1974. Ecco Ponomo “nessuno mi ha mai scoperto finora”, l’antenato comune tra noi esseri umani e gli scimpanzé. Questa specie è un primate vissuto in Africa circa sei milioni di anni fa del quale si hanno poche notizie, perché non conosciamo un suo solo fossile, ma

“siamo sicuri della sua esistenza grazie alla genetica”.

Alla fine del suo itinerario l’intelligente Luca ha compreso che possiamo essere molto creativi ma anche molto distruttivi allo stesso tempo, quindi occorre imparare a lasciare spazio alle altre forme di vita e a rispettare l’ambiente.
L’albo, con uno stile chiaro, dove non manca rigore scientifico, è redatto in dieci interviste ad altrettanti antenati dell’umanità, corredato da illustrazioni e box di approfondimento. Tutto da leggere il glossario e le due interessanti mappe finali.
Un volume prezioso e utile senza annoiare, che, come spiega l’autore in una nota finale:

“Dalla grande storia dell’evoluzione possiamo imparare tantissime cose sul futuro: per esempio, che siamo migranti da almeno due milioni di anni e che non abbiamo mai smesso di spostarci in cerca di una vita migliore per i nostri bambini”.