Tempesta
- Autore: Davide Camarrone
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2018
… come in un mare di lagrime fatto e disfatto ogni colpo di remo, dentro, più dentro dove il mare è mare.
Stefano D’Arrigo
Accade oggi nel Mediterraneo quel che è sempre accaduto. È la frase con la quale l’autore Davide Camarrone apre la prefazione al suo nuovo libro, pubblicato da Corrimano Edizioni, la casa editrice indipendente nata dalla passione e dalla volontà di alcuni giovani palermitani. Tempesta narra, in un tempo che sembra apparentemente scorrere all’indietro, storie di migrazioni, di culture, di sofferenze.
La tempesta che violenta la vita con gli elementi del tempo, il vento, il mare, le rocce, come ne La Tempesta di William Shakespeare alla quale lo scrittore si è ispirato, e infligge all’uomo dolore, fame, morte.
Davide Camarrone giornalista della Rai a Palermo, è un autore di romanzi, testi teatrali e saggi tra i quali il diario reportage Lampedusa del 2014. Tempesta è un’opera ambiziosa, complessa, di particolare rilevanza per la narrazione teatrale che diviene prosa, per la scrittura arcaica a tratti lirica, e per le relazioni filosofiche e politiche che il romanzo traccia.
Lo scrittore affronta temi fondamentali della vita, dell’uomo e i suoi pensieri dominanti in un passato e in un presente che a volte si sovrappongono: la patria, la morte, l’amore filiale, il tradimento, la fede, la vendetta, la salvezza. Il sipario si apre su di un naufragio sugli scogli dell’Isola dei venti, Pantelleria, dal nome arabo Bintarriah, sulle antiche rotte tra Africa ed Europa, in una notte come tante, testimone silenziosa di sciagure uguali. Il mastro timoniere, un vero aguzzino, non prova nessuna pietà per i corpi degli schiavi sepolti sotto legni e chiodi, né di coloro che feriti ancora respirano. La nave era carica di donne e uomini colore della notte, neri che sapevano di uva d’Oriente, di terre d’Africa sfuggite al tempo. La tempesta è stata violenta, nel buio delle tenebre l’onda del mare sembrava una fornace che risucchiava i corpi di coloro che urlavano, nel fragore e nel vento del dio delle tempeste, con i flutti impietosi che trascinavano via gli uomini e i loro figli scivolavano sul fondo.
La pancia del barcone, turgida di morti, aveva vomitato le sue interiora sugli specilli, l’olio del fegato grasso s’era disperso e, per miscuglio a piscio e carburanti, corrodendo le membra vive fino all’osso, aveva ammantato di lutto rosseggiante la spiaggia nera dell’Isola del Vulcano.
Tante saranno le storie dei vari protagonisti che loro stessi racconteranno. Il padrone dell’isola, Prospero, è l’uomo dei mille traffici, il venditore di uomini per il piacere dei mercanti, il mago di ogni destino, l’uomo delle arti magiche. Naufrago anche lui, cacciato via dal suo regno, e tutore della bella Miranda, l’unica a gridare il dolore alla vista della morte in mare, possiede le anime, il cielo e i soffi dei venti di ogni angolo della piccola terra. Caliban, il mostro selvaggio, è colui che una volta possedeva l’isola. È in cerca di alleanze, traditori. Ha in mente un piano con il quale uccidere l’usurpatore che lo ha reso un ubbidiente schiavo derubandogli ciò che gli apparteneva, Bintarriah, che era stata del padre e prima del padre di suo padre. E i tanti prigionieri, dal colore nero come l’ebano, con i polsi legati gli uni agli altri, con le loro storie di migrazioni mai narrate, che come Ulisse avevano sfidato il limite, con i loro sguardi di dolore lì nella memoria di ieri, come in quella di oggi.
La tempesta è un demone che insegue l’uomo e lo indurrà ad indagare sul senso della vita, sulla morte. O come ne scrisse Victor Hugo null’altro che il simbolo ricercato della riconciliazione per il sanguinoso fratricidio della Genesi. Non solo Shakespeare; sono tanti i riferimenti letterari in questo straordinario romanzo, e quello che più mi ha emozionato è il riferimento allo scrittore siciliano, ahimè dimenticato, Stefano D’Arrigo e al suo capolavoro del 1975, Horcynus Orca, un intreccio di miti arcaici e realtà storiche. Da leggere!
Tempesta
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