Terroristi dell’anima (Red code)
- Autore: Alfredo De Gregorio
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
Ricordate Mattia Cavalcanti, eccentrico ma irresistibile specializzando in medicina che ha paura del sangue? Il protagonista del titolo d’esordio di Alfredo De Gregorio Ombre della sera (Epika, 2021) comincia con un vistoso occhio nero il secondo step narrativo, Terroristi dell’anima (Red code), diffuso da Epika Edizioni (dicembre 2023, 362 pagine), tra i tipi della casa editrice di Lorella Fontanelli da Castello di Serravalle, Valsamoggia, Bologna.
Uno da non prendere troppo sul serio quel giovane medico, tutto sommato simpatico, oltre che ottimo incassatore. D’altra parte il suo sport è il rugby. Uno invece da prendere più che lasciare Alfredo (Fred), rugbista anche lui, nato a Salerno una quarantina di anni fa, da quindici a spasso tra Bologna, Como e Milano. Mica si rende facile la vita di narratore scandendo le sue fatiche in capitoli, paragrafi e alla via così. Troppo semplice, troppo scontato, lui si sbizzarrisce a inserire qua e là citazioni di brani di canzoni nel testo e richiami a capolavori e non della letteratura internazionale. Intercala la narrazione con parti del soggetto di una versione cinematografica del romanzo. Distingue ogni capitolo con un colore e sciorina titoli bizzarri dei paragrafi. Sono fitti, a scandire un racconto che salta da uno all’altro dei personaggi, da un momento all’altro della vicenda, da una situazione all’altra delle dinamiche messe in movimento.
All’esordio di Fred - che oltre ad essere scrittore geniale di gialli brillanti all’italiana è attivo contro il riciclaggio - avevamo detto che il suo medical thriller spiritoso, a tratti intrigante, quasi sempre sballato come il protagonista, poteva piacere tantissimo o non piacere affatto. Riserva sciolta del tutto e con esito positivo davanti al secondo lavoro: non potrà che conquistare.
Un romanzo originale, indubbiamente. Mica Alfredo scrive bau bau micio micio, inventa di tutto per dare sfogo alla creatività che gli zampilla in testa e offrire ai lettori un prodotto narrativo unico, originale, decisamente più facile da leggere che agevole da scrivere. E difficilmente imitabile: vallo a trovare un altro che si complica la vita scrivendo in salita.
Riprendendo l’occhio nero, a chi lo deve il dott. Cavalcanti? Non c’è da andare lontano: è stata la recentissima ex, Eva, nell’atto stesso di sentirsi dire che tra loro è finita, di botto, senza nemmeno tuoni in lontananza prima dello scoppio del temporale. Perché puoi avere amato follemente, per un anno e mezzo e anche più, ma una mattina ti svegli, entri in un bar, ordini un caffè e ti accorgi che non ne vuoi sapere più. Capita, tanto più se sei il dott. Mattia Alexander Cavalcanti Martinez, con quella testa che si ritrova. È istantaneo, come il pugno che arriva immediato e preciso quando la notizia della rottura la dai ad una poliziotta, risoluta e spiccia nei modi per giunta.
Mattia cerca inutilmente di non pensare alla ex mentre corre verso la postazione del 118, appuntando il cartellino al taschino. C’è scritto: Medico chirurgo d’urgenza in formazione specialistica. Mentre i primi tre vocaboli informano ch’è laureato in medicina, il resto avverte ch’è ancora un giovane specializzando, un tirocinante sottopagato, a dispetto delle enormi responsabilità quotidiane e dell’esperienza accumulata in quasi cinque anni.
Mattia Cavalcanti è un controsenso vivente, per una caratteristica stridente col lavoro che svolge: la vista del sangue gli causa nausee e mancamenti. Lame ed aghi lo mettono in ambasce. Un chirurgo emofobo? Assurdo, come un vampiro vegetariano. Eppure, è noto anche per essere un mago nel tenere in vita la gente, dicono che abbia una specie di dono. In ogni caso, allevia qualunque sofferenza. Con Paola e Carlo, il team dell’ambulanza cui è stato assegnato in un progetto sperimentale dell’azienda sanitaria, sono stati promossi “angeli della strada” da un amico giornalista, quando ha saputo che non hanno mai perso un paziente, trasportato o soccorso. Sono sempre tutti sopravvissuti. E sì che qualcuno era conciato da far paura, gli incidenti stradali e accidenti vari abbondano.
Dei soggetti di cinematografici che Alfredo s’impegna a intercalare, il primo recita presso a poco cosi. “Premessa, dissolvenza dal buio. Script”. Se questa storia fosse un film, la prima inquadratura mostrerebbe il particolare di un paio di scarpe da ginnastica, colorate e un po’ consunte, in movimento lungo un corridoio. Il campo si allargherebbe appena, lasciando intravedere un paio di jeans e ai margini dello schermo rotelle di lettighe e una fila di porte di un ospedale, tutte uguali,. Un taglio del montaggio ed ecco una mano fare leva sulla maniglia, aprire e rivelare un letto. Sopra, il corpo di una giovane donna, mora, sulla trentina, bel volto magro ed estremamente pallido, occhi chiusi da un coma che dura da mesi.
L’uomo con le scarpe da ginnastica colorate e i jeans rovinati fa il medico e conosce perfettamente il colore di quegli occhi: blu, vivi, capaci quasi di parlare.
Un romanzo non corale, di più. Una polifonia di colleghi medici e di superiori, di compagni di gioco e di avversari, di innamorate e di ex, di buoni e di cattivi, compresi ufficiali autoritari.
Di certo, si vorrà sapere chi è la ragazza in coma, qual è lo scenario della trama thriller, che cosa dovrà affrontare Mattia, chi gli si opporrà e come. Ma questo romanzo è un poliziesco, mica si può rivelare troppo. Le autolesionistiche ma sane follie del dott. Cavalcanti vanno seguite fino in fondo, nuotando sui flutti narrativi di Alfredo De Gregorio. Moto ondoso Forza 5, non una passeggiata e tuttavia sempre affrontabile e divertentissimo, a condizione di non soffrire il mare.
Terroristi dell'anima. Red code
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