The Body in Pieces. The Fragment as a Metaphor of Modernity
- Autore: Linda Nochlin
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
Nell’ambito dell’arte contemporanea occidentale, quella, vale a dire, che si sviluppa principalmente sulla scena europea a partire dalla seconda metà del 1700, il frammento, inteso principalmente come parte di un corpo umano, sia esso reale o rappresentazione in forma di statua, riveste un ruolo estremamente importante e, a tratti, basilare. Simbolo di legame con il nostro passato ma anche di distruzione e di rifiuto dello stesso, semplice souvenir abbandonato su di una scrivania o parte di una visione fotografica e, quindi, più realistica, fino ad arrivare, con Braque e Picasso, allo sviluppo del collage, in seguito sconvolto dall’alea (il caso) utilizzata dai dadaisti, il frammento è diventato un elemento chiave dell’arte e lo sarà, molto presumibilmente, anche nei suoi sviluppi futuri.
Per rendersi conto di questo, basta analizzare come la poetica del frammento abbia in seguito influenzato anche la letteratura (si pensi allo Zibaldone di Giacomo Leopardi), la musica (gran parte della produzione di Fryderyk Chopin consiste di frammenti, come gli Studi, i Notturni, i Valzer) e via dicendo. Le relazioni fra arti figurative, letteratura e musica, prendendo in considerazione il frammento come “fil rouge”, sono un mondo ampio ed estremamente interessante da esplorare, ma non sarebbe questa la sede giusta per farlo. Del resto, il breve saggio che è oggetto di questa recensione si concentra unicamente su pittura e scultura, e questo non certo perché si tratti di un lavoro meno accurato, ma, anzi, più focalizzato e condotto con piglio fortemente analitico.
Pubblicato nel 1994, questo saggio riporta, in pratica, la ventiseiesima conferenza in memoria di Walter Neurath, co-fondatore della casa editrice inglese Thames & Hudson. Linda Nochlin, celebre storica dell’arte statunitense (e si usi il termine “storica” al femminile, poiché Nochlin aveva un approccio estremamente femminista nell’analisi della materia) affrontò l’argomento non limitandosi a mettere insieme, per l’appunto, i vari frammenti rilevati dagli studi dei suoi predecessori, ma ponendoli sotto la sua personale lente d’ingrandimento e ricavandone una propria conclusione che fu, per l’appunto, quella che dette poi vita alla conferenza e forma a questo libro: The Body in Pieces. The Fragment as a Metaphor of Modernity (ultima edizione: Thames & Hudson, 2001). Il saggio, purtroppo, non è stato tradotto in italiano: l’unico modo di leggerlo è quindi quello di avere un’ottima padronanza della lingua inglese, anche se non necessariamente dei termini più tecnici.
Punto di partenza, e simbolo assoluto dell’estetica del frammento, è il disegno di Johann Heinrich Füßli L’artista sopraffatto dalle rovine del passato. In questa delicata esecuzione in gessetto rosso su carta seppia, l’artista, molto probabilmente lo stesso Füßli, è in sconsolata meditazione accanto a due enormi resti di statua, un piede e una mano, nel rimpianto di un passato di grandezza del quale è stato privato e che, forse, si potrà ripetere nel futuro. Passando per l’arte relativa alla Rivoluzione Francese, nella quale il frammento è invece raccapricciante simbolo di distruzione dell’ancien régime, per le macabre “nature morte” di Théodore Géricault eseguite all’obitorio, si arriva agli impressionisti, per i quali il frammento è piuttosto sineddoche, risultante dal “taglio fotografico” della rappresentazione, e alle statuette di stampo classico inserite nelle nature morte di Cézanne, raggiungendo la fotografia di Robert Mapplethorpe, espressione moderna della frammentarietà.
Il saggio si chiude con una fotografia del 1983, di autore anonimo, nella quale lo scultore Jeanclos è ritratto accanto alla colossale mano di Costantino ai Musei Capitolini, immagine che richiama il disegno di Füßli ma con un significato del tutto in antitesi (l’artista guarda, indifferente, dall’altra parte), e con un’installazione di Kryzsztof Bednarski, Ritratto totale di Marx, estremamente affine alle teste mozzate dei regnanti francesi: a dimostrazione del fatto che il frammento è tuttora vivacemente presente nell’arte, e a suffragio della conclusione di Nochlin, secondo la quale sarebbe sbagliato tentare di attribuire al frammento un significato generale e univoco; bisogna piuttosto analizzarlo in tutti i vari simbolismi che, di volta in volta, gli sono stati attribuiti.
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Si tratta di un testo abbastanza specifico di approfondimento, è quindi molto utile per chi stia studiando Storia dell’Arte Contemporanea o ne sia comunque appassionato.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: The Body in Pieces. The Fragment as a Metaphor of Modernity
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