The Dark di John McGahern

The dark uscì nel 1965 e venne subito censurato divenendo l’affare McGahern: lo scrittore irlandese John McGahern perse il lavoro di insegnante e le copie del suo libro furono sequestrate e bandite per il contenuto osceno (la commissione di inchiesta sosteneva che mettesse a rischio la moralità pubblica). Samuel Beckett offrì allo scrittore sostegno e promise di supportare qualsiasi protesta lo scrittore avesse voluto intraprendere, ma McGahern, chiuso nel suo silenzio, rifiutò e lasciò con la sua famiglia l’Irlanda. Oggi The Dark è considerato uno straordinario e autentico racconto dell’Irlanda del passato, edito per minimum fax (2016) nella bella traduzione di Mirko Zilahi de’ Gyurgyokai, insegnante di lingua e letteratura italiana a Dublino, traduttore letterario, scrittore e collaboratore del "Corriere della Sera".

Il lavoro dei campi è duro e non basta a sfamare la propria famiglia. Sono anni duri, gli anni Cinquanta, per gli irlandesi: povertà, fame e solitudine. Mahoney semina, ara, raccoglie con i suoi giovani figli a Knockvicar, un piccolo villaggio nell’entroterra rurale della contea di Leitrim. Il giorno e la sera sono vissuti dal tempo dettato dalla fatica del lavoro e dai gesti abitudinari di una vita di privazioni. Quando rientra mette stesi ad asciugare accanto al fuoco i suoi scarponi vecchi, fradici di acqua, perché al mattino siano asciutti.

“Erano scarponi bagnati d’erba. C’erano stati i piedi di tuo padre, lì dentro, stretti dai lacci nel cuoio nero, cuoio su carne in movimento. Ci camminavano le sue speranze in quegli scarponi, trasportati sul suolo, finché non si consumavano…”

I figli sono ai suoi occhi un fardello di ignoranti e di mangiatori a sbafo; la moglie è morta da alcuni anni e la rabbia predomina nella sua vita. Li picchia con la cinghia, senza motivo, se sorpresi a ridere quando il suo umore è cattivo. E lo è sempre.
Le notti sono di inenarrabili attenzioni sessuali. È il nostro protagonista, il giovane Mahoney, a raccontare: in gola un odio folle e soffocante per quella massa di muscoli e carne che gli dormiva accanto sotto le coperte, e nel cuore il desiderio di voler a tutti i costi cambiare la sua vita, andando via, lontano da quel padre odiato e da quella casa.

“La cosa peggiore era dormire con lui nelle notti in cui cercava affetto. La tensione nell’attesa che venisse a letto, senza speranza di riuscire a addormentarsi. Contare e ricontare le trentadue travi di legno nel soffitto… fissare la luna riflessa sulle campanelle di ottone rotte ai piedi del letto. Girarsi, rimanere in ascolto e rigirarsi ancora."

Se avesse scelto di diventare prete, studiando notte e giorno per passare gli esami e avere la borsa di studio per il College, forse avrebbe potuto avere una via di uscita da quell’inferno. Una libertà dimezzata, seguendo una vocazione inadeguata nonostante i sensi di colpa con i quali, a quei tempi, il cattolicesimo dominava la vita delle persone e a cui la popolazione dell’Irlanda contadina affidava il proprio sostentamento. Gli sembrava irreale l’università, vestito di stracci e con gli scarponi polverosi e slacciati come quelli del padre, mentre è nel campo di mais con lui, l’uomo che gli ha reso la vita un vero incubo, con la sua violenza e la sua ira.

“La vita era una attrazione, ogni istinto lottava per farsi strada e tu dovevi solo decidere se essere cieco e seguirlo oppure no, e lo studio era una via di uscita."

Di redenzione, sacrificio, sogni infranti, emigrazione, maltrattamenti, conflitti, sono le vite raccontate da McGahern in The Dark, vite che sconcertano ed emozionano. Del perdono e della rassegnazione, di una storia d’Irlanda sgradita e di una chiesa cattolica oscura, i cui orrori degli abusi sessuali sono stati nascosti per decenni e che ancora oggi molti vorrebbero non ricordare. John McGahern è un autore tra i massimi del Novecento, ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra i quali il prestigioso Cavaliere delle Lettere e delle Arti, ed è stato definito il più autentico scrittore esistenzialista in lingua inglese di oggi.