The mountain can wait
- Autore: Sarah Leipciger
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2015
Pubblicato da Tinder Press nel 2015, “The mountain can wait” è il primo romanzo di Sarah Leipciger, autrice canadese che vive a Londra e insegna scrittura creativa in un carcere. Il suo è un esordio letterario folgorante; un dramma familiare che sembra mutuare dalla natura selvaggia e laconica in cui è ambientato la sua profonda bellezza, scarna e intensa.
La storia ha per protagonista Tom Berry, un uomo di poche parole che dopo l’abbandono da parte della moglie ha cresciuto da solo i suoi due figli, Curtis ed Erin. L’incomunicabilità di fondo che segna il rapporto tra Tom e i ragazzi, in parte legata ad una figura materna, Elka, tormentata e tragica, minaccia l’apparente serenità degli equilibri familiari. Quando Curtis finisce nei guai e si dà alla fuga, Tom vedrà le sue responsabilità di padre sotto una nuova luce e sarà messo di fronte ad una difficile decisione.
“He hadn’t learned yet (…) that it would be his job, and a worthy job, to take care of this child for as long as he needed it. He hadn’t learned yet that the mountain could wait” (“Non aveva ancora imparato (…) che prendersi cura di questo bambino, per tutto il tempo necessario, sarebbe stato il suo lavoro, un nobile lavoro. Non aveva ancora imparato che la montagna poteva aspettare”).
Un padre riluttante, un giovane uomo che diventa genitore senza volerlo e, pur sognando la montagna e la solitudine, per senso del dovere rimane a svolgere la sua funzione. Un figlio disorientato che cerca disperatamente di farsi ascoltare ma sente di rappresentare un peso, avvertendo dietro la presenza fisica del padre la sua urgenza di essere altrove.
C’è un senso di luogo, di atmosfera, prepotente in questo romanzo: leggere “The mountain can wait” è come immergersi nei paesaggi della British Columbia, spettacolari e a tratti ostili. La natura sembra quasi un incoraggiamento a scappare dal resto dell’umanità, a vivere in e per se stessi. Montagne, foreste, laghi, sono l’universo in cui Tom si trova più a suo agio, lontano dall’obbligo di comunicare se non per risolvere questioni pratiche e, ironia della sorte, sono la meta verso cui anche Curtis finisce per dirigersi in cerca di un rifugio dalla colpa e dal dolore.
Come se, dopo la scomparsa di Elka, solo un’altra svolta tragica nell’esistenza della famiglia potesse portare al dialogo, a squarciare il velo delle incomprensioni, Tom ha bisogno di sapere che la vita di suo figlio è in pericolo per realizzare le sue mancanze di padre e agire di conseguenza.
Costellando il romanzo con una serie di figure femminili fondamentali allo sviluppo narrativo e molto interessanti anche quando solo abbozzate, Sarah Leipciger crea due personaggi maschili stupendi. Due uomini feriti, che cercano di trovare faticosamente il modo migliore per affrontare la vita mentre fanno i conti con la difficile costruzione di un rapporto padre-figlio. “The mountain can wait” cattura tutta la dolce precarietà del legame tra un genitore e un figlio e la forza, primitiva e disarmante come la bellezza delle montagne, di un amore di fronte a cui tutto il resto può aspettare.
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