Tornerò in primavera. Trentatrè lettere mai spedite
- Autore: Martina Costa
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Tornerò in primavera (Scatole Parlanti, 2024), un piccolo diario sulla fine di un amore, è il nuovo lavoro di Martina Costa che raccoglie trentatré lettere mai arrivate a destinazione, mai spedite. Le pagine di sofferenza e di dolore narrano il viaggio della nostra protagonista nell’amore, nell’aver amato, e quanto attraverso le parole scritte abbia raccontato dell’amore perduto.
Martina Costa, giovane autrice ligure, è laureata in Progettazione e gestione di eventi e imprese dell’arte e dello spettacolo presso l’Università di Firenze ed è attualmente iscritta alla laurea magistrale in Giornalismo: nel 2021 ha pubblicato L’anima suddivisa per l’intero.
La fine di un amore è un abbandono che toglie la luce ai giorni che seguiranno, con il rifiuto, spesso, di non volersi rassegnare alla sua mancanza. La protagonista della storia racconta di essere nata in un giorno dispari, uno di quei giorni non simmetrici che considera come una variabile indipendente:
Il dispari si distacca da ciò che lo ha formato ma che non lo definisce.
Certa che un giorno incontrando un numero pari, la loro somma avrà completezza universale.
L’amore era arrivato per caso, come a volte succede, all’improvviso sulle scale della biblioteca mentre leggeva Montale; un incontro che avrebbe suggellato l’istante, l’immagine del suo viso e della sua bocca. La loro relazione sarà altalenante, come Frida e Diego, come Zeus che con un terribile fulmine divise l’uomo e la donna, un tempo una cosa sola, perfetti e bellissimi, destinandoli nella ricerca dell’altro per tutta la vita.
Non so chi fosse il mostro e chi la bambina, chi il trionfo e chi la rovina in quel momento, ma l’una per l’altra abbiamo interpretato tutti i ruoli durante questo atto teatrale della nostra vita.
Il loro era un amore complicato, quasi violante della legittimità. E se un giorno tutto questo dovesse finire? Una coda di capelli arruffati, un’energia catalizzante dentro una felpa lunga con il cappuccio, con indosso i pantaloni di una vecchia tuta del padre, la vedeva così nei suoi occhi, rincorrendo il pensiero di chi poteva ora starle vicino.
Un giorno ti dirò che ti ho attesa giorno e notte, che ti ho persa giorno e notte e che ti ho dimenticata notte e giorno.
Non pensare a lei diventerà una scelta, una condanna, e la voglia e il desiderio di ritrovarla sarà incontrollabile.
A volte sappiamo benissimo che cosa ci sta per accadere ma ne ignoriamo i segnali, perché distoglierci dalla verità fa illudere pochi secondi di essere ancora governanti dei nostri sentimenti.
Entrambi consapevoli delle difficoltà che avrebbero incontrato, ognuno con le proprie battaglie da combattere, lei era andata via come “un viandante senza meta”.
Ogni storia d’amore è unica e irripetibile, e forse, si chiederà la nostra protagonista, anche il dolore della fine, della rottura ha lo stesso volto.
Non so come si sopperisca alla perdita ma so l’eco che fa il silenzio dentro una stanza piena di urla.
Le pagine del suo diario sono di una profonda sofferenza, della mancanza per la persona così tanto amata. Lei era stata la sua raffica di musica, quella che stordisce e si troverà ad andare per le strade percorse insieme, in quei luoghi a cui, solo poco prima, non sapeva di appartenere.
Spero che tu sia in un posto dove ti senti a casa.
Avrebbe voluto strapparsi gli occhi per non vedere più i suoi occhi, bruciare i ricordi, guardarla senza sguardo: “ridammi indietro il mio cuore”. A un cuore in pezzi, scriveva Emily Dickinson, nessuno s’avvicini senza l’alto privilegio di avere sofferto altrettanto, ed è così che mi sono avvicinata al dolore della giovane protagonista. Superare la fine di un amore non è semplice, è come l’elaborazione di un lutto, perché la rabbia, il senso di vuoto, il dolore sono talmente strazianti da impedire di respirare, di pensare, di andare avanti.
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