Tra l’incudine e il martello. La denuncia di chi ha denunciato
- Autore: Angelo Greco
- Genere: Storie vere
- Anno di pubblicazione: 2010
"Tra l’incudine e il martello. La denuncia di chi ha denunciato" (Inchiesta sul mondo dei testimoni di giustizia) di Angelo Greco tratta un argomento che non troverete scritto da nessun’altra parte. Chissà perché tutti si sono dimenticati dei testimoni di giustizia…
- Sapete qual è la differenza tra testimoni di giustizia e collaboratori di giustizia? No? Non preoccupatevi! Non lo sa il 99% degli italiani e tra essi vi sono avvocati e pubblici ministeri. Perché spesso si confondono, in un paese ignorante, gli eroi con i criminali, mischiandoli come il burro con la marmellata, senza sapere che invece si stanno stemperando acciughe salate nel gelato alla nocciola. Un abbinamento disgustoso.
I collaboratori sono i più comunemente detti "pentiti", mentre i testimoni sono persone incensurate che hanno avuto la sfortuna di assistere ad un reato o di esserne vittime e hanno deciso di raccontarlo alle autorità. I testimoni quindi sono quelli come voi, ma che, più di voi, credono nella giustizia! Già, perché “si crede” di credere nella giustizia. E invece non è così. Alzi la mano chi è disposto a fare un viaggio da Cosenza a Roma per andare a testimoniare in un processo. Ora immaginate che questo viaggio duri tutta una vita. Da Cosenza a Roma, da Roma a Treviso, da Treviso a Reggio Calabria, da Reggio Calabria a Firenze. Questa è la vita che fa il testimone sottoposto al programma di protezione. E per che cosa? Per servire la patria, per servire voi.
“Perché il male trionfi, è sufficiente che i buoni rinuncino all’azione”. Non so dire se ognuno degli attuali 71 testimoni conosca Edmund Burke, ma di sicuro tutti loro ne hanno sposato la filosofia e per questo affrontano le ritorsioni della criminalità e l’inefficienza dei programmi di protezione statali. E lo fanno da soli.
Queste loro incredibili storie sono raccontate dall’avv. Angelo Greco nel libro edito dalla Pellegrini Editore, inserito nella collana “Mafie” curata da Antonio Nicaso.
Attraverso il racconto delle vicende di coloro che hanno deciso di non girare la testa dall’altra parte, sarà possibile apprendere di vite in partenza così diverse che, dopo aver compiuto la scelta del coraggio, viaggiano parallele su una strada fatta di sofferenza, di stenti e di solitudine.
Senza certezze sul proprio futuro, senza possibilità di avere rapporti sociali e la raccomandazione, “se possibile”, di non innamorarsi; lontani dalla terra d’origine, costretti a spostarsi di continuo, a rinunciare al proprio nome, senza più un lavoro e magari anche sfrattati dall’abitazione che lo Stato gli aveva assegnato. I testimoni di giustizia devono combattere per il riconoscimento dei diritti più elementari.
Il viaggio nel loro mondo porta alla luce problematiche di ogni sorta, apre scenari impensabili su vite spezzate e tutto questo per aver dato prova di alto senso civico e morale. Ricercati da coloro che hanno fatto condannare e abbandonati da uno Stato sordo e cieco nei confronti delle più basilari esigenze di vita, i testimoni di giustizia si ritrovano tra l’incudine e il martello.
Nel libro poi è rivelato, in sordina, che forse dietro questo programma di protezione fallimentare c’è il solito segreto di Stato, ma questo non posso raccontarvelo io, altrimenti non leggereste il libro! E vi perdereste la migliore lettura del 2011.
“Tra l’incudine e il martello” vuole dare voce ad un pugno di eroi. Nella speranza che lo sparuto drappello si trasformi in folta schiera e che il loro sentire diventi il sentire comune, fino a quando quel comportamento tanto impavido quanto giusto sarà entrato così a fondo nell’ordine delle cose che nessuno avrà più bisogno di chiamarli eroi.
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