Tre vite in una
- Autore: Daniela Giordano
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2020
Se in una classica notte di tregenda, lo spettro dell’antico padrone di casa si palesasse ai piedi del mio letto per farmi buhhh!, penserei subito due cose: la prima di stare sognando, la seconda di avere esagerato coi bagordi la sera prima. Ancora: se in uno dei miei sporadici rientri a tarda notte (ahimé il tempo vola) venissi addotto da un disco volante, una volta restituito alla mia libertà filerei dritto in Psichiatria per un ricovero volontario. Questo per dirvi come sono fatto: ciò che penso sui fenomeni paranormale è deducibile da ciò che scrivo. I votati alla causa esoterica dicono che rimuovo i segnali oltremondani che ci circondano per paura. Da volteriano convinto credo si tratti piuttosto di pedissequa adesione al piano del reale: a ciascuno la sua fede senza nessun malanimo.
Queste ineleganti autocitazioni non sono fine a se stesse: dopo la corposa biografia artistica (Io Daniela, Edizioni Il Foglio 2018), Daniela Giordano affida, difatti, alle stampe (ENIGMA edizioni, 2020) la parte più occulta del suo profilo. Il suo nuovo libro si intitola Tre vite in una e se ve lo segnalo è perché ben scritto e, in secondo luogo, sincero. Nessuna puzza di zolfo nel sotto-testo delle rivelazioni dell’autrice: di solito i libri sul mistero abbondano di furbizia e malafede, questo di Daniela Giordano, affatto. Semmai è un libro che si misura col mistero.
Un libro che, tra le righe, ci consente anche diverse evasioni. Una è riandare all’epoca in cui - sulla scorta di un’apparizione televisiva dove Uri Geller piegava forchette e cucchiai con la forza del pensiero - persino nei borghetti più remoti della nazione si individuavano mentalisti in erba o conclamati. Aldilà della loro asprezza apparente, gli anni Settanta erano fatti così: usciva Lo squalo e tutti ad avvistare pinne di pescecane sui litorali più improbabili; usciva Incontri ravvicinati… e tutti con il naso all’aria per vedere apparire ufo all’italiana. Ci scherzo un po’, ma senza intenti denigratori rispetto a ciò che Daniela Giordano invece prende sul serio e racconta nel suo libro: malgrado ci metta dentro tutti gli ingredienti topici della letteratura “di confine” - piramidi energetiche, dipinti con presunti dischi volanti di sfondo, fenomeni ESP, antichi maestri e antiche profezie, Camera Kirlian, sogni rivelatori -, i toni profetico/imbonitori si tengono alla larga dalle sue pagine. E anche il pizzico di razionalismo che traspare qua e là, non dispiace, se non altro ai miscredenti come il sottoscritto.
In altre parole Tre vite in una è un libro privato e molto onesto: il lettore incline a credere ai fatti inspiegabili (?) che racconta ci crederà, il razionalista sarà più interessato agli aspetti della vita interiore, anzi meglio delle tre vite interiori, desumibili da questa sorta di romanzo di formazione. Il romanzo di formazione anomalo di una donna a sua volta non pedissequa, rifuggita per ciò dallo scontato delle scelte e delle esperienze di vita. Se la vita di Daniela Giordano sembra davvero uscita dalle pagine di uno sceneggiatore alquanto fantasioso, dipende molto dal coraggio, dal rispetto verso se stessa e dalla disponibilità a vivere che ci ha messo e che si desumono dalla sua autobiografica. In altre parole: non tutte le giovanissime Miss Italia (poi attrici) riescono a transitare con la medesima nonchalance dagli incontri col presidente americano a quelli con ET, dalle frequentazioni di star cinematografiche a quelle di seri ricercatori universitari, da studi tecnologici ispirati dagli ufo alle letture misteriche più disparate. E Daniela Giordano, assetata di esperienze com’è, si conferma capace anche come scrittrice:
“…ma sento odore di bruciato… Accidenti, ho ancora dimenticato la verdura sul fuoco! Questa mia continua dimenticanza deve nascondere qualcosa di inconscio. Sarà perché adesso odio mangiare da sol. Mi ricorda quella scena agghiacciante e tristissima di 2001 odissea nello spazio, di Stanley Kubrick, dove il protagonista molto vecchio e stanco, è seduto a tavola e nell’astronave vuota si ode solo il rumore del cucchiaio che sbatte lievemente contro il piatto mentre lui tremante raccoglie la minestra”.
(pag. 246).
Tre Vite in Una: Dal cinema alle ricerche di confine, dagli UFO alle piramidi, la vita di una insolita donna cambiata dall’impossibile
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