Tremonti, il timoniere del Titanic
- Autore: Giampiero Castellotti e Fabio Scacciavillani
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2011
Il “timoniere” Tremonti: dove va la barca?
Al di là di posizioni di parte o di pregiudizi ideologici, l’analisi della fase storica in cui è immerso il nostro Paese non può prescindere da una personalità centrale, per quanto a volte sfuggente o esaminata con una certa superficialità da molti organi d’informazione: quella di Giulio Tremonti.
Il primo elemento che si pone con forza è che questo avvocato tributarista nato nella Valtellina, laureato quindi in legge e non in materie economiche, ha avuto tra le mani un potere con scarsi precedenti nella storia repubblicana: di fatto, riunendo le competenze di ben cinque ministeri, ha gestito le casse dello Stato.
Sul come l’abbia fatto i pareri divergono. C’è chi, più benevolo, sostiene che abbia avuto il merito di tenere i conti in ordine e per farlo non si sia potuto dedicare alla crescita del Paese. In fondo anche i più recenti dati sul bilancio dello Stato gli darebbero ragione. Altri, per giustificarlo, ricordano la zavorra degli ammortizzatori sociali, cioè della cassa integrazione: si è in sostanza preferito andare incontro ai tanti che hanno perso il lavoro anziché investire sui più giovani che il lavoro lo stanno cercando (e con non poche difficoltà). Altri ancora rimproverano all’ex ministro la mancanza di coraggio nell’adottare quelle riforme liberali che oggi il governo Monti si accinge a compiere. C’è poi chi gli rimprovera una notevole ambiguità, soprattutto ideologica, in posizioni che differiscono nettamente tra loro, scivolando facilmente dal mercatismo all’antiglobalizzazione (per averne prova basta leggersi i suoi libri). Insomma, una matassa non facilmente districabile.
Eppure l’analisi dell’operato di Tremonti è basilare per comprendere i retroscena non solo del lungo periodo berlusconiano, ma anche degli anni Ottanta, quando il giovane tributarista della Valtellina rivestiva un ruolo di primo piano tra i consulenti dei ministri socialisti all’epoca di Craxi.
Per approfondire la materia, è utile questo “Tremonti, il timoniere del Titanic”, scritto dal giornalista Giampiero Castellotti, ex firma dell’Unità, e dall’economista Fabio Scacciavillani, prodotto della scuola di Chicago. Quasi cinquecento pagine di storia italiana, passata al setaccio dell’analisi giornalistica ed economica, edite da Editori Riuniti nel 2011.
Già la lettura della biografia di Tremonti aiuta a capire molte cose. L’ex ministro è diventato docente universitario a Pavia a soli 27 anni, aprendo uno studio di consulenza tributaria a Milano che è diventato nel giro di breve tempo uno dei più noti e frequentati a livello nazionale. Dal momento che, come rileva Elio Veltri, in questi studi non ci si va certo per pagare più tasse allo Stato, le prestazioni dello studio Tremonti hanno certamente seminato più gioie che dolori. E siccome tra i clienti troviamo istituti bancari di primo piano e importanti imprenditori, tra cui lo stesso Silvio Berlusconi, forse in questa attività è rintracciabile uno dei punti di forza del Tremonti futuro politico.
Va aggiunto, in effetti, che il tributarista ha goduto per anni di giudizi lusinghieri quasi all’unanimità. E da più fronti. Se persino il quotidiano comunista “Il Manifesto” gli ha spalancato le porte, accogliendolo come editorialista, l’estrema destra lo ha esaltato come efficace predicatore di adeguate teorie economiche e sociali, mentre in Vaticano è stato uno dei punti di riferimento più affidabili (l’attuale presidente dello Ior, si legge nel libro, è stato un suo stretto collaboratore).
“Tremonti, il timoniere del Titanic” ricostruisce, però, anche i suoi più noti dissidi, che lo hanno visto quasi sempre prevalere, ad esempio quello con l’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio. E non manca un intero capitolo dedicato ad un tallone d’Achille, l’amicizia con Marco Milanese. Un capitolo del libro è dedicato all’Alitalia e alla cordata italiana che l’ha rilevata nel 2008 con la benedizione del superministro, un altro ancora, denominato “Il pizzo di Stato”, approfondisce l’inasprimento dei metodi di accertamento fiscale attraverso Equitalia.
Il libro di Castellotti e Scacciavillani raccoglie anche una serie di contributi esterni scritti da noti economisti come Adam Asmundo, Salvatore Biasco, Massimiliano Deidda, Andrea Fumagalli, Paolo Leon, Stefano Lucarelli, Mario Seminerio e altri.
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Ritengo Giulio Tremonti un abile camaleonte. Nel 1994 si candidò alla Camera con il Patto Segni contro Silvio Berlusconi. Salvo poi passare con il Cavaliere appena qualche settimana dopo. Ora siamo sicuri che rimarrà nel Pdl?