Tris di coppie
- Autore: Pietro Verzina
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
Sentiremo presto parlare molto di Pietro Verzina, giovane esordiente autore un romanzo raffinato, scorrevole e estremamente divertente. Si tratta di "Tris di coppie", un racconto diviso in tre parti, popolato di molti personaggi assai credibili e di situazioni surreali e esilaranti. L’opera si apre con il capitolo "La vergine e lo zingaro", storia tragicomica di una coppia evidentemente improbabile quanto burrascosa. Momento clou è forse "il pegno d’amore" del fidanzato, che decide, con grande intuito ed eleganza, di compiere il furto di un’antichissima pietra posta in un museo per farne una collanina per la sua fiamma. La convocazione dei due di un commissario dotato di un improbabile accento inglese (acuta parodia del genere giallo oggi così in voga?) chiude l’episodio. Ma è probabilmente nei successivi due capitoli che l’autore raggiunge il suo stato di grazia. Nel racconto "Domicilio coniugale", il nostro eroe, (novello Antoine Doinel?), che è legato a una certa Alida, a un certo punto sparisce. La coppia Carlo/Alida, del resto, era tanto in crisi che la donna per giorni e giorni non se ne accorge.
Il racconto, come si vede, tocca evidenti toni surreali, ma allo stesso tempo è ancorato saldamente alla realtà. Questo avviene anche attraverso finissime citazioni filosofiche che hanno l’effetto di estraniare il lettore in una piacevolissima atmosfera onirica, ma anche concreta e quotidiana, fatta di divertentissimi piccoli episodi dal sapore farsesco. Verzina dimostra tutta la sua passione per il cinema e le implicite citazioni d’autore, citazioni che del resto non appesantiscono mai il testo e l’intreccio, ma vanno di pari passo con l’incalzare degli eventi.
La narrazione man mano si arricchisce di molti personaggi minori e di digressioni sociologiche ironiche, ma verissime, provenienti da una vera mente pensante (quella cioè del Verzina stesso).
Straordinario il litigio estivo del giovanissimo nipote e dell’invadente, poco perspicace, zia che, con poca oculatezza, ne metteva continuamente in dubbio la virilità, ("Ce l’hai piccolo!"), rischiando alla fine di provocare una tragedia familiare. Per descrivere con straordinaria efficacia una delle abitudini più diffuse in una società stravolta da mille ansie e da mille fobie, tesa ormai da tempo immemorabile verso l’osceno rito delle vacanze estive, tipiche di una società (e quindi di una coppia) parte di un’orgia consumistica, l’autore trova insomma una strada unica.
Verzina non si abbandona a considerazioni moralistiche, tese a una rappresentazione comoda o iperrealistica di una certa realtà (presente soprattutto nel Mezzogiorno), ma si affida a saltuarie pagine intrise di un’originalissima e divertentissima analisi sociologica (o pseudo sociologica?) che strappa risate a crepapelle, per lasciare poi, nell’animo del lettore, profonde riflessioni.
Nell’ultimo capitolo, intitolato "Il gorilla", titolo che evocherebbe la probabile passione musicale dell’autore per Brassens se non fosse in primis preceduto da una bella citazione di Vitaliano Brancati, la parabola tripartita del romanzo raggiunge forse il punto più alto, tingendosi di una moltitudine di personaggi dalla caratterizzazione estremamente acuta, che dimostra la grande capacità di osservazione dell’autore, capace di dare vita a ritratti memorabili. Qui l’atmosfera della chiacchiera e del gossip del paese, che può determinare il successo o il fallimento esistenziale del soggetto più debole e influenzabile, si colora di una tonalità farsesca. Tonalità però sempre stemperata da digressioni linguistico-sociologiche di alto impatto letterario.
Un romanzo insomma allo stesso tempo profondo e leggero, un trittico di storie da leggere, rileggere e da tenersi ben stretto per cercare di interpretare una realtà dai contorni spesso indecifrabili, così come lo sono in ultima analisi i personaggi principali e secondari di un’opera di grande cultura e sensibilità.
Se Catullo, rivolto alla sua donna, diceva che non poteva vivere né con lei né senza di lei (e non sappiamo quanto gli U2 di "With or without you" fossero consapevoli della poesia veronese antica) e Truffaut, girando in "Jules e Jim", narrava l’impossibilità di un vero rapporto di coppia, possiamo, nel frattempo, consolarci e riflettere sullo stesso tema con un "Tris di Coppie" di un giovane scrittore calabrese trapiantato in Toscana che ci ha fatto entrare in profondità su questi temi con la sua scrittura scorrevole e coinvolgente.
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