Trudy
- Autore: Massimo Carlotto
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2024
Nel diversificato panorama del romanzo di genere, Massimo Carlotto è riuscito ad ampliare i confini e a sovvertire le regole del noir e del poliziesco.
Anche il suo nuovo libro, Trudy (Einaudi, 2024), non può essere collocato in rigidi schemi predefiniti: il crimine, infatti, non è il punto di partenza o di convergenza dell’azione, ma dilaga in ogni strato della società, senza distinzioni socioeconomiche, culturali, ideologiche e di genere.
Il settore privato della sicurezza negli ultimi anni si è sviluppato in modo straordinario in Italia, diventando un business in grado di attirare investitori persino dall’estero e di generare importanti fusioni societarie.
La Nsg, Novo Security Group, è un’azienda che fornisce servizi di sicurezza a tutto campo con personale altamente specializzato, spesso con un passato nei corpi scelti dell’esercito o nelle forze dell’ordine:
“Del suo sviluppo vertiginoso non sembrava essersi accorto nessuno. Forse era stato il senso di insicurezza che permeava la società italiana, alimentato con maestria dalla politica, a tenere quasi scontata la crescita del settore privato: sta di fatto che era ormai ben radicato, attivo e potente. […] Un connubio strategico che spalancava porte, permetteva di aggirare ostacoli e di non badare ai dettagli. In fondo le regole, anche a livello legislativo, non erano poi così chiare”.
L’ex commissario Gianantonio Farina, socio della Nsg — “il Grigio”, per la ristretta cerchia della dirigenza,“il Dottore” per tutti gli altri in azienda — ha ampi margini di azione e, pur di sapere tutto dei propri clienti, è disposto a oltrepassare i limiti stabiliti dagli incarichi di cui si sta occupando.
Nel breve incontro con un veterano del Senato della Repubblica, voluto per accertare a che punto si trovi una faccenda che potrebbe mettere il partito in una situazione delicata, Farina riferisce che non ci sono elementi per risolvere il caso e neppure sono certi di riuscirci, nonostante il personale sia costantemente al lavoro.
Il “caso” in questione vede coinvolta una donna alla quale il Dottore ha affibbiato il soprannome di Trudy, come un personaggio dei fumetti che le assomiglia — la moglie di Pietro Gambadilegno — e ora tutta l’operazione si chiama così.
Il suo vero nome è Ludovica Baroni, moglie di Federico Riva, affermato commercialista e consulente di alto livello in tutta la Lombardia. Simpatico, cordiale e sempre disponibile, con una fama di donnaiolo impenitente, ha scatenato pettegolezzi di ogni tipo fidanzandosi con una commessa di umili origini: avrebbe potuto ambire a donne appartenenti a classi sociali elevate, con cultura e professioni ben diverse da quelle di Ludovica, la cui famiglia si era detta contraria al matrimonio almeno quanto quella di Federico, ma per motivi opposti.
La vita con lui, anche se agiata, non è certo quella che Ludovica ha immaginato...
Qualcosa succede però la mattina del 26 maggio: uscito dalla villa di Merate per recarsi nel suo studio di commercialista a Lecco, Riva non ci è mai arrivato. Ludovica non ha la minima idea di cosa sia successo. Apparentemente la donna conduce una vita tranquilla, solitaria e monotona, che sembrerebbe confermare la sua totale estraneità alla sparizione del marito, ma che cosa sa veramente dei suoi affari?
Mentre assistiamo a ogni sorta di intrigo, ci chiediamo, innanzitutto, se c’è stato o meno un delitto. Di certo, anche se ci sono almeno due diverse indagini, legate fra loro da un individuo senza scrupoli di nome Alex Semeraro — una, portata avanti dalla struttura privata, l’altra, nonostante continui depistaggi, seguita dalle forze dell’ordine — la figura del detective vero e proprio manca; intuiamo che il finale non sarà del tutto consolatorio, a causa degli evidenti margini di incertezza sulla reale possibilità che verità e giustizia possano essere ristabilite.
Come in tutti i romanzi dello scrittore padovano, l’ambientazione geografica e sociale della vicenda è importante e comprende, oltre alla riviera romagnola, la Lombardia e la Toscana, due regioni caratterizzate da un forte legame sotterraneo fra criminalità organizzata, forze dell’ordine e uomini di giustizia, nonché dal cinismo del mondo degli affari e da una scala di valori che pone denaro e potere al primo posto. Nello specifico, alcune delle scene più importanti si svolgono nel Mancini — bar, tabaccheria, self-service con cucina casalinga — frequentato da operai e luogo di socializzazione già presente in altre opere di Carlotto.
La scrittura — che per avvicinarsi alla tipologia testuale dell’articolo giornalistico di inchiesta richiede semplicità, chiarezza e sobrietà —, predilige l’azione nel suo rapido susseguirsi, senza trascurare però le esitazioni, le paure, i progetti dei personaggi; scene di violenza, spesso gratuita e calcolata, emergono nei dettagli; la freddezza e l’assenza di partecipazione emotiva da parte del narratore corrispondono a una quasi totale impossibilità, da parte del lettore, di identificarsi con i protagonisti, il cui linguaggio, modo di agire e scelte riflettono la loro personale visione del mondo. La dimensione politica e sociale della corruzione si estende fino a diventare un fenomeno sociale dai risvolti personali, intimi.
Alla fine di questo libro, spietato e disturbante nello stesso tempo, resta l’amara impressione di aver conosciuto qualcosa di veramente preoccupante di cui ignoravamo l’esistenza e la desolante sensazione che, forse, non esiste via d’uscita.
Trudy
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