Sbirre di Giancarlo De Cataldo, Massimo Carlotto e Maurizio de Giovanni

Sono donne e sono poliziotti. Più o meno questo sulla copertina di Sbirre, raccolta di tre racconti scritta a sei mani da Carlotto, De Cataldo e de Giovanni. Sono donne dal bagaglio pesante, con un passato con il quale fare i conti quotidianamente al cospetto di un tribunale severo: la propria coscienza. Personaggi induriti eppure fragili, che si distinguono dagli uomini proprio grazie a quelle caratteristiche femminili che, anche in una professione che tende e a snaturalizzarle, risultano evidenti e vitali: l’intuitività, l’ostinazione per la verità, in qualsiasi campo si trovi, e il senso di giustizia innato anche laddove si è già varcata la soglia della legalità.

Anna a un certo punto della sua vita tra il bene e il male ha scelto quest’ultimo, eppure la sua coscienza continua ad essere vigile e cinica nei confronti di se stessa e del tradimento operato. L’esistenza oscura che si è creata, forse per noia, viene travolta da eventi più che immaginabili, che la condurranno però in un territorio che non aveva potuto minimamente vagheggiare: le lande delle verità di frontiera, ossia quelle che a una versione della stessa realtà ne contrappongono un’altra opposta e contigua. La vicenda si svolge in una terra di confine e tutto, nella storia e nei personaggi, si trova esattamente al confine tra verità e menzogna, tra bene e male, tra odio e amore: un confine labile e spesso distorto.

Alba ha l’istinto di una lupa, l’intuitività di una volpe e l’abilità di un felino, ma è una donna e si scontra con un mondo maschile arrogante e dominante davanti al quale ogni tanto occorre abbassare la testa. Nuove forme di malvagità e violenza, il deep web sarà l’ascensore per la sua discesa negli inferi. Tentando di risolvere il caso che ha già risolto nella sua intuizione, nel tentativo di acquisizione delle prove, si troverà ad acquisire soprattutto una lucida consapevolezza di sé. Chi, più di chi conosce la propria natura, può arrivare a conoscere gli abissi oscuri che muovono l’odio puro dell’umanità contro se stessa?
Sara ha lasciato tutto della sua prima vita, e lo ha fatto per amore. Dopo tanto odio, un sospiro di sollievo finalmente l’amore, quella passione assoluta davanti alla quale una volta riconosciuta si è pronti a tutto! Eppure spesso l’amore ha un caro costo da pagare. Sara lo sa e lo accetta, ma non smette un giorno di giudicarsi, incassando con rassegnazione lo sguardo o le frasi accusatorie di chi conosce le sue passate scelte. Ma sembra proprio che la vita a un certo punto presenti il conto! Nella capacità di attesa e riflessione che ha maturato dopo anni di professione oscura, quella delle intercettazioni non autorizzate, a causa dell’evento più tragico che l’ha colpita improvvisamente, ritroverà la possibilità di recuperare in parte ai propri errori?

Sono poliziotti e sono donne. Creature di confine e non solo territoriale, coscienze individuali, talvolta deviate, a fare da sentinelle a una più alta coscienza collettiva, dove per riuscire a combattere il male spesso ci si ritrova impantanati; ma talvolta una via di fuga esiste, magari proprio offerta da chi ne è stato per prima vittima (o carnefice). Esistenze dissolte da una professione che, distruggendo la normalità, porta inevitabilmente alla perdita di un equilibrio vitale, che a dover scegliere ogni giorno da che parte stare è forse la cosa più difficile al mondo. Il bene e il male spesso fanno a cambio di posto e sembra proprio che non esista essere umano che non abbia in sé entrambi le entità, tanto che a dare il risultato a questa eterna lotta interiore sono sempre le scelte individuali e gli eventi che ne conseguono.
Per esempio, invece di diventare un efferato criminale si può scegliere di diventare un brillante scrittore di romanzi noir! I tre autori lo fanno molto bene in questa raccolta, ricordandoci che il Noir è il genere che più di tutti mette in contatto il contesto sociale e ambientale con la sostanza umana dei personaggi, e quindi anche dei lettori, uno spaccato di vita dove tutto può essere il contrario di tutto, e scordatevi il finale consolatorio! bensì la nuda e cruda realtà, che a pensarci bene non consola affatto.