Tupolev 134
- Autore: Antje Ravic Strubel
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2011
Palazzoni di edilizia popolare, auto povere, albe livide, fabbrica, l’ombra del Muro, esistenze comuni in comune stand by, del grigio sociale e interiore della DDR sotto il controllo dell’Unione Sovietica.
“Tupolev 134” di Antje Rávic Strudel (Nikita, 2011) risulta tra i più riusciti reportage narrativi su quel tempo e quel luogo, capace com’è di affrescare (in poco più di 400 pagine vintage) il clima afasico di costrizione/reiterazione che vi si respirava. Movente del romanzo, la storia autentica di un dirottamento aereo e di una fuga per la libertà.
Agosto 1978: Lutz Schaper e Katja Siems sono gli artefici dell’azione di forza e con la minaccia di una pistola giocattolo dirottano il Tupolev 134 Danziga-Schönefeld a Tempelhof, Berlino Ovest. Per afferrare con le unghie e coi denti il sogno oltre il Muro, lasciarsi alle spalle una vita che non va: spenta, infreddolita, di ideali rappresi, e sentimenti pure, consumati senza slanci.
Sotto l’aspetto formale il libro si sviluppa su tre piani narrativi, rimando ciascuno a un diverso livello temporale. "Su" è incentrato sul presente, con una giovane giornalista che indaga sui fatti a partire dall’agosto 1978. "Giù" racconta il dirottamento e il procedimento giudiziario che ne consegue."Proprio giù" (la sezione più coinvolgente del racconto: minuziosa, poetica e documentaristica al contempo) racconta del tempo “prima” del sequestro aereo, delle storie intrecciate dei due protagonisti. Un flash back lungo vent’anni, che si spinge fino al 1954, anno di nascita di Katja (secondo i disegni del padre doveva nascere “Pesci” invece che “Ariete”, il più ostinato dei segni zodiacali), frugando tra il detto e il non detto, il torbido, l’irrisolto delle storie individuali, e collettive di una nazione.
La Strubel si conferma scrittrice ineguagliabile: la sua prosa è stratificata, densa, non convenzionale, afferra il lettore più attento (astenersi frequentatori assidui di romanzi gialli e rosa) accompagnandolo a ritroso, in un percorso di scavo entomologico, alla scoperta delle vite degli altri al tempo del socialismo reale e delle due Germanie. Un tempo spurio, sezionato, artificiale, sospettoso, diviso tra utopia e sogni interrotti, est e ovest, dove la verità ha molte facce; non sempre, non tutte, rassicuranti.
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