Turbine di Juli Zeh

Unterleuten, un villaggio ideale vicino Berlino, in aperta campagna, con aria pulita, romantici cottage, e con una stazione ornitologica, è un luogo dove la vita è autentica. I cittadini sono persone fantastiche e chi li rappresenta, il sindaco, Arne Seidler, vedovo, senza figli, vuole il meglio per la sua città.
Al villaggio giungono berlinesi stanchi del caos in cui vivono, tra cui, Gerard e Jule Fließ, una giovane coppia che vuole realizzare il sogno di vivere in campagna, e Linda e Frederik Franzen, coppia scoppiata, che ama molto i cavalli. Le nuove coppie non si riescono a integrare con i locali già in lotta tra loro, come il signor Kron, un vecchio comunista militante in eterno conflitto con il signor Grombowski, proprietario terriero e amministratore delegato di Ökologica, uomo potente e prepotente, ma anche con Konrad Meiler, uno speculatore del sud, che possiede un sacco di terreni nella zona. Quando giunge lui, Herr Pilz, persona insignificante, rappresentante di una compagnia di energia eolica che decide d’impiantare un gruppo di turbine eoliche proprie nelle immediate vicinanze del paesino, scoppia il putiferio.
Si delinea un conflitto tra chi sostiene il progresso dell’energia alternativa e chi invece vede in quei moderni mulini a vento un impatto ambientale devastante. Lo scontro si inasprisce a tal punto che va ben oltre le vite private degli abitanti: si tratta di uno scontro tra generazioni, tra città e campagna, tra artificio e natura, tra perdenti e vincitori post caduta del muro. A questo clima avvelenato si aggiunge un omicidio che complicherà ancora di più la situazione.

“Turbine” (Fazi, 2018) della scrittrice tedesca Juli Zeh è un romanzo voluminoso dove i capitoli sono scanditi dai nomi dei personaggi che ne fanno parte e che vengono presentati da un autore onnisciente e onnipresente, in maniera semplice, ironica, vera. Le tensioni tra i vari personaggi sfiorano presto la nevrosi collettiva che trova nella progettazione dell’impianto delle pale eoliche un momento per tutti liberatorio; Unterleuten così da paradiso diventa un vero e proprio inferno.

“Turbine” è un romanzo sociologico e al contempo psicologico che racconta tutta la rabbia e la frustrazione di un mondo che fatica ad affrontare il cambiamento. La cittadina inventata da Juli Zeh è metafora della società contemporanea che, stanca di vivere in città, a causa dell’inquinamento e del traffico, si trasferisce in campagna e, una volta giunta lì sfoga la propria rabbia sul vicino, sul prossimo, persino sui propri cari. Un romanzo brillante, intelligente, un’ottima satira politica e umana, un libro che in Germania è diventato un clamoroso caso letterario.