Tutta la luce che non vediamo
- Autore: Anthony Doerr
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2014
La letteratura ha spesso ospitato nelle sue pagine i bambini, i ragazzi come testimoni della più immane tragedia di tutti i tempi: la guerra. Scevri da ogni artificio, i loro occhi mostrano una realtà vivida e intensa. Prova a fare lo stesso l’autore americano Anthony Doerr nel suo primo romanzo tradotto in italiano e il suo obbiettivo è perfettamente riuscito. 1934. Parigi.
“Marie-Laure è una seienne alta e coperta di lentiggini la cui vista si va rapidamente deteriorando.”
La bambina viveva insieme al padre in un appartamento vicino al Muséum National d’Histoire Naturelle dove Monsieur Leblanc lavorava come primo fabbro di serrature. Contemporaneamente, a cinquecento chilometri a nordest di Parigi, Werner Pfenning di sette anni dalla chioma candida, viveva con la sorellina minore Jutta all’orfanotrofio Casa dei Bambini ”in una località denominata Zollverein: un complesso minerario di sedici chilometri quadrati appena fuori Essen, in Germania”. Intanto, Marie-Laure aveva appena perso la vista a causa di una malattia degenerativa ma il suo industrioso père le aveva costruito un modellino in scala di tutto il quartiere in modo che la piccola potesse orientarsi e le aveva donato alcuni libri in Braille che Marie-Laure divorava avidamente perché, malgrado la sua menomazione, la bambina era molto intuitiva e aveva una grande sete di conoscenza. Anche Werner era molto intelligente e precoce, era capace di costruire e riparare le radio, un prodigio di ingegneria. Questa sua peculiare abilità gli avrebbe permesso di essere ammesso agli Istituti di educazione nazionalpolitica, accademia della gioventù hitleriana.
Inghiottito dalla macchina di propaganda nazista, il ragazzo riceverà un incarico speciale: sulle tracce della Resistenza dal fronte russo a Saint-Malò.
Giugno 1940. A poche ore dall’occupazione tedesca di Parigi, Monsieur Leblanc e sua figlia stavano fuggendo dalla città, direzione l’isola di Saint-Malò dove viveva il prozio del fabbro. Parigi, città da sempre accogliente di uomini e donne di tutte le razze e religioni, veniva conquistata e tutto sembrava perduto per sempre. Marie-Laure e Werner si sfioreranno in un breve incontro sotto il bombardamento di Saint-Malò da parte degli alleati nell’agosto del 1944. Degli 865 edifici racchiusi entro le mura della celebre città costiera bretone solo 182 sarebbero rimasti in piedi. I “malouins” dopo la fine della guerra ricostruirono la loro città rispettando le architetture originali.
In un alternarsi di capitoli che vedono protagonisti ora Marie-Laure ora Werner, Doerr narra con bravura le vite parallele dei giovani. La trama emozionante e coinvolgente crea suspense lasciando un segno profondo in chi legge. Grazie alla ottima traduzione e a uno stile impeccabile il romanzo si candida a un sicuro successo.
“Mi trovavo a Saint-Malò per un festival letterario, sono rimasto completamente incantato dalla bellezza della città. Questa isola fortezza, sembrava il posto ideale in cui impostare le scene culminanti di un racconto: un luogo ideale con una sua storia vera ma anche un luogo della fantasia”
ha dichiarato l’autore sul motivo per il quale ha deciso di scegliere questo luogo affascinante dove ambientare l’incontro fra i due protagonisti. Il significato del titolo si riferisce non solo alla cecità di Marie-Laure ma soprattutto all’annebbiamento mentale di Werner reso cieco dalla propaganda ottusa e vigliacca nazista.
“Traversano la Manica a mezzanotte. Sono dodici e hanno nomi di canzoni: Stardust, Stormy Weather, In the Mood, Pistol Packin’ Mama. Molto più giù, il mare si muove lieve, picchiettato da infinite creste candide di onde; e ben presto i navigatori cominciano a distinguere al lume della luna i grumi bassi delle isolette allineate all’orizzonte. La Francia”.
Tutta la luce che non vediamo
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