Tutto e subito
- Autore: Morgan Sportes
- Casa editrice: E/O
- Anno di pubblicazione: 2012
La Francia è il paese della Rivoluzione, dei diritti, della democrazia. Eppure questo romanzo-verità del giornalista scrittore Morgan Sportès, nato ad Algeri, ci racconta una Parigi attuale dove i fatti narrati nel libro gettano una luce inquietante sulla convivenza civile in una nazione evoluta, dove funzionano servizi sociali efficienti, l’abitudine all’integrazione degli stranieri è una realtà acquisita da decenni, la democrazia è un bene conquistato da più di due secoli.
Il romanzo, perché di tale genere si tratta, è in realtà il racconto in forma letteraria di un episodio di cronaca particolarmente grave, avvenuto a Parigi nel 2006: il rapimento, la tortura e l’uccisione in modo efferato di un venticinquenne di religione ebraica, Elie, commesso in un negozio di telefonini. Responsabile del delitto è Yacef, un ragazzo di origine ivoriana e di religione islamica, nato e formato in Francia, che da piccolo delinquente di periferia si improvvisa capo di una banda di criminali, improvvisati quanto lui, coinvolgendo nei suoi deliri di onnipotenza piccoli tossici e sbandati della Banlieu parigina, ai quali promette soldi, tanti, “Tutto e subito”, per riscattarli e riscattarsi da una vita miserabile, dove il lavoro è poco e mal pagato e per i neri c’è poca prospettiva di guadagno onesto.
Yacef coinvolge nei suoi piani sempre più farneticanti una serie di comprimari: donne, come Zelda, un’iraniana immigrata, bella e ambiziosa, giovanissima; Mam, francese dalla vita difficile, Agnès, Natacha, tutte giovani donne sbandate, infelici, suggestionabili, avide di denaro che dia loro l’illusione della libertà. I ragazzi, tutti giovanissimi, si lasciano irretire dall’apparente sicurezza e durezza di Yacef e lo assecondano, più o meno convinti, nel piano delittuoso che li porta a rapire la vittima, scelta a caso nel quartiere parigino di negozi ebraici, perché tutti gli ebrei sono pieni di soldi e pagheranno certamente un forte riscatto. Nulla andrà secondo i piani approssimativi del capo dei barbari, così verranno chiamati in seguito questi affiliati alla gang velleitaria che vedrà alla fine niente soldi, l’uccisione dell’ostaggio dopo giorni e giorni di snervanti trattative, una condanna certa per tutti gli assassini.
Morgan Sportès ci racconta in modo analitico, ricostruendo i fatti con efficacia narrativa e con precisione scientifica, l’intera tragica vicenda la cui conclusione giunge, quasi scontata, ma non per questo meno impressionante. L’autore ricostruisce i fatti ma non sembra voler dare giudizi, preferendo affrontare con lucidità le psicologie e le storie dei vari personaggi: così ne ricaviamo uno spaccato della odierna società francese, delle sue tante contraddizioni, dei suoi nodi irrisolti. Yacef è un musulmano, ma il suo prendersela con l’ebreo Elie non è un atto di dichiarato antisemitismo: nella società dell’informazione rapida, si sa che gli ebrei sono ricchi e quindi solo per questo la vittima viene scelta tra gli ebrei, senza altre motivazioni politiche o religiose. Yacef vorrebbe ammantare la sua orrenda impresa di nobili ideali (gli africani sono tutti poveri, gli ebrei tutti ricchi), ma non riesce a convincere neppure se stesso. Sportès ci racconta anche dei politici, della polizia e del ruolo non troppo positivo che hanno saputo svolgere: il povero Elie, nudo e incatenato al freddo di una cantina per giorni e giorni, non è mai stato seriamente cercato né ritrovato; i piccoli complici, pur se seguiti tramite telefonini e internet point, sono riusciti a farla franca per giorni e giorni, Yacef ha potuto girare per Parigi e prendere aerei per la Costa d’Avorio per lungo tempo indisturbato.
“Non c’è niente di più complicato di un Barbaro” afferma Gustave Flaubert in una lettera a Saint Beuve del 1862, e con questa citazione l’autore definisce in modo chiaro la complessità della storia che ha raccontato: una storia incredibile, di una ferocia inaudita e apparentemente ingiustificata, eppure avvenuta ai nostri tempi, nell’Europa evoluta e civile, con la quale tutte le nostre coscienze di cittadini democratici sono costrette a fare i conti. Anche se i conti proprio non tornano.
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L’ho letto . Avvincente !