Tutto in una stanza
- Autore: Alessandro Rostagno
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2011
Alessandro Rostagno, giornalista e noto personaggio televisivo, ci parla del suo esordio letterario. Il suo libro "Tutto in una stanza" sarà in libreria dal 9 febbraio 2011 con Armando Curcio Editore. Un romanzo d’amore in cui la parola fa da protagonista, grazie ad uno stile narrativo nuovo, incentrato sui dialoghi. Il libro è stato presentato al Premio Bancarella.
- Partiamo dal titolo: Tutto in una stanza...
Così da render chiaro immediatamente che tutto avviene all’interno di quattro mura.
Una scelta fondamentale per lo sviluppo della trama poiché il rispetto dell’antica unità
di tempo, luogo e azione si rivela un volano fondamentale al fine di enfatizzare la
miriade di eventi che si susseguono. E’ evidente: se concentri un’energia in un ambito
ristretto eviti di disperderla diluendone la forza e trasformi il luogo prescelto in una
fucina incandescente di azioni e sentimenti.
- Direttore di un settimanale, conduttore televisivo e ora scrittore...
Non mi nego nulla che si fondi sulla parola. In qualsiasi modo venga declinata e in
qualsivoglia ambito si vada a collocare. Se i limiti del linguaggio sono i nostri limiti -
come buona e autorevole parte della filosofia del ’900 ha sostenuto - allora non c’è altra
soluzione che estenderli fino a dimenticarsi della loro esistenza.
- Ancora una volta si parla d’amore, cosa c’è di diverso nel suo
romanzo?
Non esistono che romanzi d’amore. Di più. Non esistono saggi, opere - artistiche o
meno - atti spirituali o materiali che possano farsi risalire ad altro. Talvolta non ce ne
accorgiamo perché abbacinati dall’amore erotico e da quello universale, caritatevole,
affratellante. Tuttavia l’amore è in ogni nostro pensiero e informa qualunque nostra a
azione. Assume soltanto colorazioni diverse, fino ad apparire pressoché irriconoscibile
inducendoci a credere nell’esistenza di qualcosa di diverso. Circa poi la peculiarità
di "Tutto in una stanza", essa si traduce nel fatto che possiede tutti i caratteri del
romanzo d’azione, nello specifico d’inseguimento. E l’inseguito, la preda, il braccato
è naturalmente e necessariamente l’amore. Proprio perché questo si trasforma in
continuazione e noi non facciamo che gridare alla sua scomparsa mettendoci ogni volta
alla sua caccia. Ansiosi, impauriti, disperati. O, più semplicemente, innamorati.
- Lo stile narrativo fatto esclusivamente di dialoghi è figlio dei tempi?
Il dialogo evita che la parola giri pericolosamente intorno a se stessa. Che si compiaccia
della sua esistenza e non pervenga a nulla di significativo. La presenza di un
interlocutore, al contrario, è lo stimolo che ti consente di trascendere il tuo pensiero.
Nell’atto di replicare scavalchi lo steccato che la tua affermazione si era inevitabilmente
costruita intorno.
E’ un segno dei tempi? Se lo fosse vorrebbe dire essere tornati a Socrate. In realtà
quello che davvero segna il nostro tempo è il ritmo. Quello contemporaneo è il dialogo
del frammento, della battuta singola. Ci parliamo l’un l’altro concedendoci appena
la fugacità di una frase. E soltanto quando il dialogo s’infittisce e approfondisce, la
frenesia si attenua e i concetti conquistano un respiro più lungo. Secondo un andamento
che "Tutto in una stanza" riproduce con naturalezza, lasciando che il ritmo sincopato
iniziale assuma via via la forma di un elaborato concerto a più voci.
- Qual è il messaggio che vorrebbe arrivasse al lettore? Lei non
descrive i protagonisti, li fa parlare...
La scelta di far parlare i protagonisti non è alternativa a quella di descriverli: li faccio
parlare affinché possano essere descritti oltre ogni loro possibilità di riuscirci.
Quanto al messaggio, non desidero di certo che il lettore ne ricavi alcuno di specifico.
Mi è sufficiente che abbia inteso cercarne uno. La sua ricerca, la sua volontà di
trovarlo... ecco, quello è il messaggio.
Tutto in una stanza
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