Un buon posto per morire
- Autore: Tullio Avoledo
- Genere: Fantascienza
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2011
L’umanità va avanti ignara della minaccia che incombe.
Mancano pochi giorni all’avvento del Sole Nero. E nessuno sembra preoccuparsene.
Eppure ci sono uomini che si preparano per questa catastrofe da Secoli.
Pochi gruppi di iniziati scelti tra politici, religiosi, industriali e vertici militari sa l’effettivo stato delle cose. E per questo si fanno guerra gli uni contro gli altri.
In mezzo a questa battaglia segreta si trovano catapultati Leo e Claire, un italiano e un’americana che pur non conoscendosi sono uniti da un’unica tragedia: la morte dei loro figli.
Tra gli effetti personali del figlio, Leo trova quello che all’apparenza sembrerebbe un videogame, in realtà si tratta di un accesso verso un mondo parallelo fatto di enigmi, codici da risolvere che non sono nient’altro che una sessione di allenamento per la missione che insieme a Claire, e a pochi altri “eletti” sarà costretto ad affrontare, in una corsa contro il tempo e contro tutti, per arrestare il Giorno del Giudizio.
E ogni mezzo è lecito, anche allearsi con il Male.
Il romanzo di Avoledo e Boosta rispecchia fedelmente le caratteristiche dei due autori.
La fantasia sfrenata del primo coincide con il carisma e il genio del secondo. Uno scrittore ed uno che solo scrittore non è (Davide Boosta Dileo per i più è “solo” il tastierista dei Subsonica).
L’intreccio tra i due funziona bene e ci regala un thriller fanta-catastrofico-politico che scorre con velocità.
Alcuni passi sono un po’ farraginosi, soprattutto nella prima parte, caratterizzata dall’allenamento nel mondo virtuale, in cui un po’ ci si perde tra la miriade di personaggi storici e gli enigmi la cui risoluzione risulta un po’ “forzata”, ma la seconda parte del libro scivola via tra adrenalina e colpi di scena.
I due sanno giocare bene le carte della fantasia, ambientando la storia ai nostri giorni, con qualche salto nel passato (dove incontriamo nientemeno che Nostradamus) e facendo toccare ai personaggi quasi tutti i continenti. Tutto il libro è comunque pervaso da un senso di ironia che rende simpatici anche i personaggi negativi, portando il lettore forse ad affezionarsi più a questi che ai veri protagonisti.
In sostanza, il libro di questa stravagante (per non dire strana) coppia ci mette davanti ad una storia fantastica, ma plausibile, ambientata in un mondo, che, anche se forse non è il nostro, può comunque essere considerato come un buon posto per morire.
Un buon posto per morire
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