Un gioco di luce di David Hunt

Avete mai visto il mondo in bianco e nero?
Certo, molti di voi magari sono appassionati al cinema di quel genere e, anzi, lo trovano davvero affascinante.
Però poi tornano al loro mondo a colori. Nel thriller Un gioco di luce di David Hunt (Garzanti, 2001, trad. di A. Cristofori) la protagonista Kay non può farlo: una grave malattia l’ha privata dei colori per sempre. Ora la parola affascinante lascia il posto a terribile, lo so. Nonostante tutto la nostra è riuscita a coronare i suo sogni, divenendo una fotografa e una detective.

Poi, però, arriva quel giorno. Un tragico giorno in cui qualcuno, a bordo di una motocicletta, investe e uccide la vecchia maestra di fotografia di Kay. Incidente? Per tutti sì. Per Kay no. E infatti inizierà a indagare. Un’indagine che partirà in sordina e che la porterà in luoghi che proprio non si aspettava. E conoscerà persone che l’aiuteranno, forse. E che si avvicineranno alla verità con lei. Purtroppo, man mano che la verità si palesa anche il pericolo diventa più grande. Un pericolo decisamente mortale…

Con Un gioco di luce, David Hunt ci porta in un thriller dalle tinte fosche e cupe, una spirale in bianco e nero che ci porterà con sé, lasciandoci senza respiro. Uno stile deciso che ha delineato personaggi che vedremo come attori in carne e ossa muoversi in uno scenario grottesco e reale al tempo stesso. Uno scenario che non faticheremo a fare nostro. Aggiungiamo dialoghi taglienti e precisi ed ecco che avremo davanti a noi il quadro completo della situazione. Un quadro affascinante, senza dubbio, immagini e parole dedicate a chi ama il mistero, gli intrighi e i colpi di scena. I deboli di cuore non temano: queste pagine saranno ostiche ma comunque non così impossibili da digerire. E, chissà, magari l’epilogo potrebbe accontentare tutti. Un libro corposo ma che comunque si lascerà leggere con piacere, davanti al caminetto o sotto il solleone poco importa, le emozioni che donerà saranno sempre le stesse. E a profusione.