Un giorno della mia vita
- Autore: Bobby Sands
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
“Le pagine che seguono sono un resoconto di sofferenza, determinazione, angoscia, coraggio e fede. Presentano anche orribili esempi di barbarie compiuta da uomini contro altri uomini, con un realismo che rende difficile la lettura.“
“Un giorno della mia vita” descrive alcune pagine della recente storia irlandese, tristemente reale, e degli ultimi giorni di vita di Bobby Sands, diventato attivista politico dell’Esercito Repubblicano Irlandese dopo i fatti tragici a Derry, noti come Bloody Sunday. Bobby Sands cominciò lo sciopero della fame il 1 marzo 1981 e morì 66 giorni dopo, il 5 maggio 1981. Trascorse gli ultimi quattro anni e mezzo nei Blocchi H del campo di concentramento di Long Kesh, a pochi chilometri da Belfast. Scrisse le pagine che compongono questo libro su pezzi di carta igienica, in una piccola cella i cui muri erano ricoperti di escrementi. Questi piccoli foglietti furono fatti uscire clandestinamente dal carcere. Sia le autorità inglesi che quelle dell’Irlanda del Nord hanno sempre negato i maltrattamenti e le torture subite da Bobby Sands e i suoi compagni di prigionia.
Il libro Un giorno della mia vita raccoglie tutto ciò che Bobby Sands ha potuto scrivere e far arrivare all’esterno dei Blocchi H, famosi per le torture che venivano inflitte ai prigionieri e che ricordavano i campi di concentramento nazisti. L’edizione italiana del libro pubblicata da Feltrinelli nel 2005 è stata curata dalla giornalista e scrittrice Silvia Calamati, che risiedendo fra Dublino e Belfast ha vissuto in prima persona la questione politica dell’Irlanda del Nord.
Dal libro è stata tratta, inoltre, la sceneggiatura del film Hunger del regista Steve Mc Queen, dedicato alla vicenda politica e umana di Bobby Sands, uscito lo scorso anno in Italia, e vincitore come miglior opera prima al Festival di Cannes. Fin dal Trattato del 1921 che sancì la fine della guerra d’indipendenza, gli irlandesi hanno dovuto subire ingiustizie e repressioni e l’IRA rafforzò il suo esercito difendendo la popolazione soprattutto quella cattolica, a cui era negata casa e lavoro. Lo sciopero della fame di Sands era di protesta contro il mancato riconoscimento dello status politico oltreché per le durissime condizioni carcerarie e le brutalità dei secondini. Nell’ottobre del 1980, insieme ad alcuni prigionieri, intraprese lo sciopero della fame e nel corso delle negoziazioni il governo inglese si dichiarò disposto ad accogliere le loro richieste. Ben presto Sands e i suoi compagni si accorsero che era solo un inganno e il 1 marzo iniziarono un secondo sciopero della fame. Stavolta le autorità inglesi rifiutarono qualsiasi trattativa con i prigionieri. Paul Johnson, uno dei maggiori giornalisti inglesi del momento e sostenitore della Thatcher, negli anni settanta così scrisse:
in Irlanda, nel corso dei secoli, abbiamo provato ogni formula: governo diretto, governo indiretto, genocidio, apartheid, parlamenti farsa, parlamenti veri, legge marziale, legge civile, colonizzazione, riforma della terra, divisione del paese. Niente di tutto ciò ha funzionato. L’unica soluzione che non abbiamo ancora provato è quella di un ritiro totale e incondizionato.
Per il governo inglese, nel periodo risalente alla vicenda, che era rappresentato dall’inflessibile primo ministro Margaret Thatcher e per l’Irlanda del Nord, la morte di Bobby Sands e quella dei suoi compagni rappresentò una vittoria sui “terroristi irlandesi”, mentre per l’IRA e i suoi sostenitori, quelle morti furono un esempio encomiabile di resistenza e coraggio. Pur non approvando la strategia dell’IRA, molti irlandesi condividevano gli obiettivi della loro lotta fra i quali il Partito Laburista e il Fianna Fail, il principale partito repubblicano. La maggioranza degli inglesi invece non era realmente interessata a quello che avveniva in Irlanda del Nord, credevano che la loro presenza a Belfast fosse necessaria per impedire agli irlandesi di ammazzarsi gli uni con gli altri, ignorando le sofferenze inflitte al popolo d’Irlanda con la loro conquista ed occupazione. Un giorno della mia vita racchiude la speranza, il coraggio e la determinazione di un ragazzo, Bobby Sands, che a soli ventisette anni ha difeso con la propria vita il diritto all’indipendenza della propria terra, l’Irlanda del Nord.
“Fra poche ore compirò ventisette splendidi anni. Paradossalmente sarà un compleanno abbastanza felice, forse perché mi sento libero nello spirito. Peso 60,8 Kg e non ho disturbi. Sto aspettando l’allodola, perché la primavera è in arrivo. Adesso, steso su quello che altro non è il mio letto di morte, ascolto persino i neri corvi. Non faccio che pensare a James Connolly e alla grande calma e dignità che ha mostrato sino alla fine, al suo coraggio e alla sua determinazione. Forse non sono imparziale, perché ce ne sono stati migliaia come lui, ma Connolly è sempre stato i mio idolo. E come posso dimenticare il popolo irlandese di oggi e quello che è insorto nel passato? Anche loro hanno un posto speciale nel mio cuore. Be’, ce l’ho fatta per ventisette anni, il che è già qualcosa. Può darsi che io muoia, ma la Repubblica del 1911 non morirà mai. Avanti con la Repubblica e la liberazione del nostro popolo.“
Un giorno della mia vita
Amazon.it: 10,45 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Un giorno della mia vita
Lascia il tuo commento